Si è inaugurata a Jesi la mostra
"Raffaello e Angelo Colocci. Bellezza e scienza nella
costruzione del mito della Roma antica", esposizione del Comune
di Jesi e dei suoi Musei civici nell'orbita delle celebrazioni
dei 500 anni della morte di Raffaello, prevista inizialmente nel
2020 e slittata per l'emergenza pandemica.
L'esposizione, curata da Giorgio Mangani, Francesca Di
Teodoro, Ingrid Rowland, Vincenzo Farinella e Paolo Clini,
resterà aperta fino al 30 settembre. Due le sedi, una a Palazzo
Pianetti, nelle nuove sale al piano terra dedicate al pittore
Betto Tesei, e l'altra presso la Casa Museo della famiglia
Colocci-Vespucci, per un viaggio immersivo, virtuale ma non
solo, che ricostruisce l'incontro tra il genio dell'artista
urbinate e gli interessi eruditi dell'umanista jesino, fioriti
sul palcoscenico di una Roma in pieno fermento. Recenti ricerche
dimostrano che Colocci fu decisivo nell'articolazione del
complesso sistema iconografico alla base della Stanza della
Segnatura vaticana e in particolare della "Scuola di Atene",
opera sintesi della 'politica di grandeur' dei papi della prima
metà del Cinquecento.
Nato a Jesi nel 1474, Colocci fu intellettuale dai vasti
interessi e segretario apostolico del Papa, presidente
dell'Accademia Romana, uomo potentissimo e figura centrale per
la cultura, la scienza e il rinnovamento urbanistico dell'epoca,
ma la sua memoria fu dimenticata ai più dopo pochi decenni dalla
sua scomparsa. Ancora oggi rimane figura misteriosa. Eppure fu
lo stesso Raffaello a immortalarlo nella Stanza della Segnatura,
tra i sapienti della "Scuola di Atene", con un cappello da mago
e un globo stellato in mano, chiaro riferimento agli studi di
cosmologia di Colocci. Nella mostra di Jesi, una stanza
immersiva con ologrammi e visori VR consente di entrare
nell'affresco sotto la guida di Colocci e di Raffaello. Il
pubblico è protagonista anche attraverso la formula avvincente
delle Escape Room che invita nella Casa Museo Colocci a
sciogliere gli indovinelli e risolvere gli enigmi sul cosmo,
celati tra le stanze. L'esposizione propone anche opere di
grande valore, alcune appartenute allo stesso Colocci, tra cui
l'Arianna addormentata, statua di epoca romana proveniente dalla
Galleria degli Uffizi.
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