Conosciuto per il poster "Hope", ritratto di Barack Obama ed emblema della campagna presidenziale del 2008, arriva in Italia per la prima volta lo street artist Obey, con la mostra 'Obey: The Art of Shepard Fairey', aperta dal 16 maggio al 27 ottobre alla Fabbrica del Vapore di Milano.
La mostra, curata dall'artista e dalla galleria Wunderkammern in coproduzione con la Fabbrica del Vapore e con il supporto del Comune di Milano, è un viaggio visivo e concettuale attraverso i 35 anni di carriera dell'artista grazie a una ricca collezione di opere da lui personalmente selezionate: accanto a un corpus di lavori tra i più rappresentativi della sua produzione artistica, anche numerosi pezzi unici inediti concepiti per l'occasione.
Con uno stile essenziale e audace dalla palette minimalista, guidato dalle culture dell'hip hop e del punk, Obey nelle sue opere affronta i grandi temi del nostro tempo come diritti umani, abuso di potere, guerra e pace. Particolare attenzione è posta a quest'ultimo tema, strettamente connesso con la scelta della Fabbrica del Vapore come sede della sua prima personale in Italia: una fabbrica di materiale per ferrovie e tramvie che ha attraversato le due guerre mondiali sempre rifiutando di convertire la propria attività in produzione bellica.
"L'umanità - dichiara Obey - sembra trovarsi in uno stato perpetuo di conflitto. La pace ci richiede di perseguire l'armonia con una vigilanza riflessiva. Io sono un pacifista.
Credo nelle soluzioni ai disaccordi che evitano la violenza.
Siamo una specie intelligente capace di cooperare e risolvere i problemi senza violenza. Quando guardo l'umanità in generale, la maggior parte delle persone desidera vivere in pace. La maggior parte della mia arte si concentra sulle tematiche di giustizia, e l'esito della giustizia è una società più equa, giusta e pacifica. Attraverso la mia arte - conclude - voglio ricordare alle persone l'uguale umanità di tutte le persone, indipendentemente dalla loro razza, religione, nazione o cultura. Non c'è un noi contro di loro; c'è solo un noi".
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