Dal portabagagli di un Suv, dove è
stato ritrovato due anni fa dalle Fiamme Gialle, al II ordine
del Colosseo dove, da qualche settimana, apre la mostra
temporanea "Roma Universalis". E' la storia dello
"straordinario" busto di Settimio Severo "finalmente restituito
alla pubblica fruizione dopo essere stato protagonista di una
incredibile vicenda". A raccontarla è il Parco Archeologico del
Colosseo che sottolinea il felice esito "di un'operazione di
recupero che risale al settembre del 2017".
"Al termine di un pedinamento, i militari del Comando
Provinciale della Guardia di Finanza di Roma rinvengono il
prezioso reperto all'interno del portabagagli di un Suv, avvolto
in una coperta, nella centralissima piazza Esedra, tra decine di
turisti incuriositi - spiega in una nota il Parco Archeologico
del Colosseo -. L'opera proveniva dall'area di Guidonia -
Montecelio, comune della città metropolitana di Roma, e dopo il
recupero è stata consegnata alla Soprintendenza Archeologia,
Belle Arti e Paesaggio per l'Area Metropolitana di Roma, la
provincia di Viterbo e l'Etruria Meridionale, competente per il
territorio, con la quale il Parco archeologico del Colosseo ha
stabilito una collaborazione finalizzata al restauro, ma
soprattutto alla sensibilizzazione sui reati contro il
patrimonio".
"L'operazione che ha permesso il ritrovamento di questo
reperto straordinario è frutto del costante monitoraggio della
circolazione delle opere d'arte, svolto dalle Fiamme Gialle ai
fini della prevenzione, ricerca e repressione delle violazioni
economico-finanziarie, in stretta sinergia con il Mibac -
prosegue -. Nel peculiare settore dei beni appartenenti al
patrimonio culturale dello Stato, l'attenzione della Guardia di
Finanza si concentra sulle connesse movimentazioni finanziarie,
considerato che il loro intrinseco valore le rende
particolarmente appetibili per gli interessi della criminalità,
alla continua ricerca di strumenti per riciclare i proventi
delle attività illecite".
L'opera rimarrà esposta al Colosseo fino al 25 agosto,
quando l'intera mostra sarà disallestita e il reperto "verrà
restituito alla Soprintendenza, dove sarà custodito sino alla
fine della vicenda giudiziaria di cui è tutt'oggi ancora
protagonista".
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