(di Francesco De Filippo)
Quel "Trillo del diavolo",
pubblicato postumo - La Sonata per violino in sol minore che è
la sua composizione più nota - ha il carico di suggestioni tale
da sintetizzare la personalità del suo autore, quel Giuseppe
Tartini da Pirano (oggi Slovenia), musicista e compositore di
cui si inaugura il Museo interattivo transfrontaliero "La Stanza
di Tartini" (discovertartini.eu), a 250 anni più uno dalla
scomparsa. Il 'Trillo del diavolo' aveva apparentato il
compositore e la sua ispirazione a qualcosa di demoniaco; in
realtà l'uomo aveva "solo" una personalità complessa, inquieta:
Tartini fu ad esempio virtuoso non soltanto dell'arco (del
violino) ma anche della spada: ingaggiò duelli. Visionario e
spirito acceso, sperimentatore, ebbe insomma una vita
movimentata.
Tuttavia, a questa immagine fa da contraltare anche quella di
uomo di grandi relazioni e competente maestro musicale, capace
di attirare a Padova alla Scuola delle Nazioni che aveva
fondato, allievi provenienti da varie regioni e Paesi. Giovani
che avrebbero diffuso poi nei rispettivi luoghi natali i suoi
insegnamenti, dunque nelle corti tedesche, la Spagna, Praga, San
Pietroburgo, Francia. Insomma, ovunque si diffusero le sue
teorie, contribuendo alla formazione di una identità musicale
europea, come indica Margherita Canale, docente di Storia della
musica al Conservatorio Tartini di Trieste (città dove non visse
ma che gli ha intitolato il Conservatorio). Non solo, la
diffusione del suo pensiero musicale fu tanto incisiva sui
posteri da influenzare anche Haydn e Mozart.
Tartini nacque a Pirano nel 1692, presto si trasferì a
Capodistria prima e a Padova dove si sposò a 18 anni e senza
informare i familiari. Dovette dunque fuggire da Padova per non
incorrere nelle ire del vescovo. Sarebbe rientrato tempo dopo e
avrebbe dispiegato il vero talento, la musica. Dunque viaggiò e
suonò a Venezia, Assisi, Napoli, Palermo, Praga.
Da Pirano a Pirano: per coincidenza o per una comunanza
spirituale, quel Trillo del diavolo è il cavallo di battaglia di
un altro grande musicista, Uto Ughi, di origini istriane, poiché
suo padre era nato proprio nella splendida località slovena.
Nella cui piazza dal 1896 troneggia un monumento a Tartini
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