(di Daniela Giammusso)
È stato il primo fast-food "di casa"
e ancora oggi è considerato quasi un piatto nazionale. Che lo
preferiate versione cipolle crude e fritte, con sottaceti a
fettine e tre tipi di salse o nelle ultime versioni gourmet, il
vero e originale hot dog made in Danimarca compie 100 anni.
Era, infatti, il 18 gennaio 1921, quando sei piccoli carretti
bianchi iniziarono a vendere per le strade di Copenaghen le
prime salsicce accompagnate da pane e senape, ispirandosi al
comfort food tedesco.
La novità gastronomica aveva già preso piede anche in Svezia e
Norvegia e in molti avevano presentato domanda al Comune per
ottenere l'autorizzazione alla vendita in strada dalla chiusura
dei ristoranti fino alle 2:30 del mattino. Ma ogni volta
venivano respinti con motivazioni diverse, dai timori di
intralcio al traffico al fatto che mangiare per strada era
ritenuto disdicevole. In più, i ristoranti tradizionali
ostacolavano in ogni modo le richieste per paura di nuovi
concorrenti. Finalmente, nel 1921, il danese Charles Svendsen
Stevns, che da dieci anni gestiva un fiorente chiosco di hot dog
a Kristiania (l'attuale Oslo), ottenne il permesso di venderli
anche per le strade di diverse località nei pressi di
Copenaghen.
Molto diversi da quelli che conosciamo oggi, i primi furgoni
erano piccoli carretti con grandi ruote in legno e solo quelli
più elaborati avevano un tettuccio per ripararsi. Le salsicce
costavano 25 ›re e per il pane era richiesto un extra di 5 ›re.:
non poco negli anni '20, eppure fu subito un vero successo,
tanto che i chioschi conquistarono non solo le strade della
capitale, ma anche di Odense, Aarhus e Aalborg.
E gli hot dog furono anche al centro di una vera e propria
protesta: la maggior parte dei furgoni erano infatti in mano a
ricchi imprenditori che guadagnavano tra le 140 e le 700 corone
a settimana per furgone, mentre lo stipendio medio dei loro
dipendenti era di 25 corone a settimana. Nel 1942, alcuni di
loro si unirono per presentare al sindaco un'istanza di
revisione e le nuove norme stabilirono finalmente che i
venditori di hot dog fossero lavoratori autonomi, con permessi
individuali. Ecco perché la maggior parte dei chioschi che si
incontrano in qualsiasi città della Danimarca si chiama come il
suo attuale o storico proprietario: Lone's Sausages, John's
Hotdog Deli, Harry's Place.
Anche se ormai ne sono rimasti solo il 10% rispetto al boom del
post Seconda Guerra Mondiale, ancora oggi i chioschi di hot dog
sono una vera e propria istituzione culturale in Danimarca.
Quale scegliere? Oltre al "ristet p›lse" (versione "classica"
con una salsiccia infilata in un pezzo di pane con un buco al
centro), da non perdere quello "con la coperta", ovvero avvolto
nella pancetta e insaporito da salse, cipolle fritte e
cetriolini sottaceto. E magari accompagnato anche da una
bottiglia di Cocio, il tipico latte al cioccolato. Per i palati
più raffinati, il ristorante stellato MeMu di Vejle ha vinto gli
ultimi due campionati nazionali di hot dog. Nel 2019, la loro
ricetta includeva mele affumicate, chorizo, salicornia locale in
salamoia e maionese al peperoncino habanero.
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