Nel marzo del 1980 comparvero per le
strade di Madrid dei piccoli adesivi gialli con la scritta
'Finalmente a Madrid le fotografie di Ouka Leele, dal 6 al 29
marzo presso la Galería Redor'. Era la prima volta che Bárbara
Allende, che poi avrebbe cambiato il suo nome in Ouka Leele,
esponeva nella capitale spagnola. Si presentò, dopo una sola
mostra a Barcellona, come l'artista più attesa del momento. E lo
diventò nel 1987 quando il Museo d'Arte Contemporanea organizzò
la prima retrospettiva sul suo lavoro di rottura con i codici
artistici di un Paese che usciva da quattro decenni di
dittatura. Ora, dal 17 aprile al 7 luglio, il Museo di Roma in
Trastevere ospita la mostra 'Una movida Bárbara', la prima
personale di Oukaì Leele in Italia, un viaggio attraverso la
lunga carriera dell'artista, dal 1978 al 2014, partendo dalle
fotografie con cui ha allestito la sua prima mostra a Madrid,
'Peluquería'', fino all'ultima serie realizzata nelle Asturie
nel 2014, 'A donde la luz me lleve'.
Nella mostra sono esposte non solo le fotografie, ma anche le
serie pittoriche 'Floreale' e 'El Cantar de los Cantares'. Sono
circa 100 opere di diverse dimensioni, formati e tecniche
(alcune originali), integrate da materiale documentario, prove
di stampa, cataloghi, manifesti e materiale di merchandising
prodotto con le sue immagini. C'è anche 'Menina Liberada',
l'unica opera di una fotografa donna esposta in modo permanente
al Museo del Prado, che rappresenta uno sguardo sulla carriera
di un'artista inclassificabile, che fin da giovane è stata una
risorsa essenziale dell'arte contemporanea spagnola e che ha
contribuito in modo decisivo a collocare la fotografia tra i
linguaggi della modernità. Sebbene sia conosciuta come la
fotografa della 'movida', le sue foto in bianco e nero
contribuirono a elevare la fotografia al livello delle grandi
opere pittoriche che tante volte aveva visitato al Museo del
Prado, forgiando uno stile personale e unico. La mostra di Roma,
curata da María Rosenfeldt, figlia di Ouka Leele, e Silvia
Oviaño, prosegue la rassegna di fotografi spagnoli attivi
nell'ambito della movida madrilena degli anni Ottanta, come
quella di Miguel Trillo, già ospitata presso lo stesso Museo di
Trastevere.
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