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Vino: export in Usa, Germania e Uk -11% in primo semestre

Vino: export in Usa, Germania e Uk -11% in primo semestre

Uiv, giù tutte le denominazioni, si spera in ristorazione

ROMA, 02 agosto 2022, 12:36

Redazione ANSA

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Vino: export in Usa, Germania e Uk -11% in primo semestre - RIPRODUZIONE RISERVATA

Vino: export in Usa, Germania e Uk -11% in primo semestre - RIPRODUZIONE RISERVATA
Vino: export in Usa, Germania e Uk -11% in primo semestre - RIPRODUZIONE RISERVATA
Primo semestre complicato per le vendite di vino italiano negli scaffali di Usa, Germania e Regno Unito, i primi tre mercati top, che registrano un calo dei volumi in doppia cifra (-10,6%) rispetto allo scorso anno, per un controvalore di 2,26 miliardi di euro (-8,1%). Lo rileva l'Osservatorio Uiv-Vinitaly, sulla base di dati Nielsen, nel precisare che la contrazione riguarda tutte le principali denominazioni del Belpaese: negli Usa il Pinot grigio, che rappresenta quasi la metà delle vendite di vini fermi, cede in volume quasi il 3% e viene superato a valore dai neozelandesi del Sauvignon blanc; in difficoltà anche altri alfieri come il Lambrusco e il Chianti, che vendono rispettivamente il 16% e l'11% in meno delle bottiglie.

E se negli Usa il Prosecco è stabile e si appresta ad agganciare per volume gli spumanti californiani, è in calo nel Regno Unito (-18%), insieme a tutte le principali produzioni: dal Pinot grigio (-9%) al Sangiovese (-22%), dal Primitivo (-18%) al Montepulciano (-15%). In controtendenza sono i rosati, che accelerano a +12%. In Germania il Primitivo, re delle vendite tricolori, cede oltre il 9% dei volumi acquistati, mentre fanno peggio il Pinot grigio (-18%), il Nero d''Avola (-24%) e il Chianti (-19%). In controtendenza invece il Grillo (+6,5%) e i rosè (+9%).

"C'è un delta rilevante tra i dati export registrati in questo avvio di anno e gli effettivi consumi riscontrati nella distribuzione organizzata nei top 3 mercati che incide in media per circa il 70% delle vendite complessive di vino importato", commenta il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti, "il timore è che la contrazione dei consumi determini un rallentamento degli ordini nei prossimi mesi, ancor più quando il peso dell'inflazione si farà sentire anche sugli scaffali esteri; si spera invece che il canale della ristorazione, in netta risalita, possa attenuare il più possibile l'effetto di una congiuntura che non aiuta".

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