Uno chef stellato che ti porta
a casa il pranzo non è cosa di tutti i giorni. Al tempo del
coronavirus, succede anche questo. A San Michele Appiano, alle
porte di Bolzano, Herbert Hintner, chef e patron del "Zur Rose",
ha deciso di provare a coniugare l'alta ristorazione con il
delivering. E la cosa funziona. "Già lo faccio da tanti anni a
Natale per i miei clienti abituali - spiega Hintner - Dopo il
blocco per coronavirus, mi sono detto che non potevo stare a
casa a far niente. Mia figlia Claudia, ha organizzato la
promozione sulla nostra pagina Facebook ed i clienti si sono
fatti vivi". Il menù proposto è fatto di poche portate, ma tutte
secondo lo stile che unisce tradizione e creatività, che, già
nel 1995 ha indotto Michelin ad assegnare per la prima volta una
stella al "Zur Rose". Hintner, in cucina con il figlio Daniel,
cura anche la consegna a domicilio: "Sono quello che se la cava
meglio con il navigatore - sorride lo chef - ma a Pasqua, quando
avremo diverse destinazioni, mi aiuteranno mia figlia e mia
moglie Margot". Sul futuro del settore della ristorazione nel
dopo-emergenza, lo chef originario della Val Casies non si fa
illusioni: "La ripresa sarà molto complicata - osserva - Per
fortuna, noi siamo sul mercato da molto tempo, ma chi deve
pagare l'affitto ed ha molti dipendenti in sala ed in cucina o
chi ha cominciato da poco, avrà molte difficoltà. Purtroppo,
qualcuno non riuscirà a sopravvivere". E, comunque, prosegue
Hintner, "con le misure di sicurezza da rispettare,
l'organizzazione sarà molto complicata. Spero che si trovi
presto un farmaco o un vaccino contro questo virus: così potremo
essere più tranquilli". La consegna a domicilio può essere un
modello per l'alta ristorazione anche in futuro? "In sè l'idea
del 'take away' anche per i ristoranti di qualità non è nuova,
ma funziona in una grande città - dice lo chef del 'Zur Rose' -
Noi, qui, siamo in un piccolo paese e tutto dipende se ci sarà
richiesta".
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