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Giornata pasta: Coldiretti, +48% export Made in Marche

Giornata pasta: Coldiretti, +48% export Made in Marche

Quarta regione per produzione grano duro,100mila ettari dedicati

ANCONA, 24 ottobre 2022, 21:26

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La pasta Made in Marche cresce di appeal all'estero con l'export che fa segnare un +48,6% nel primo semestre 2022 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo spiega Coldiretti Marche in occasione del World Pasta Day che si festeggia il 25 ottobre sulla base dei dati Istat, che segnano un valore di 11,5 milioni di euro nel periodo. Le Marche sono la quarta regione d'Italia per produzione di grano duro con circa 100mila ettari dedicati (quasi 10mila in biologico) e nel giro di una decina di anni ha raddoppiato la capacità di molitura, secondo i dati Ismea. Oggi la capacità di molitura regionale supera le 1.000 tonnellate al giorno. "Sono i cugini francesi - spiegano da Coldiretti Marche - i più grandi acquirenti della pasta marchigiana davanti a Stati Uniti e Germania. Questi tre Paesi coprono da soli oltre la metà dell'export". Una produzione che nel tempo ha portato alla riscoperta di grani antichi come Saragolla, Senatore Cappelli e la Jervicella, di recente menzionata nel grande libro dei Sigilli di Campagna Amica, specie vegetali e animali o produzioni agricole abbandonate nel corso degli anni che avrebbero rischiato l'estinzione senza l'impegno degli agricoltori custodi nel loro recupero e nella vendita diretta per farli valorizzarli e farli conoscere ai consumatori. Un fenomeno che ha favorito anche il moltiplicarsi di marchi di pasta che garantiscono l'origine nazionale al 100% del grano impiegato, impensabile fino a pochi anni ma ormai patrimonio di quasi tutti i principali brand. "Per acquistare la vera pasta Made in Italy 100% - precisa la Coldiretti - basta scegliere le confezioni che riportano le indicazioni "Paese di coltivazione del grano: Italia" e "Paese di molitura: Italia". Una scelta di qualità ma anche un sostegno all'economia nazionale in una situazione in cui sono esplosi i costi di coltivazione dei cereali sono arrivati quasi a raddoppiare (+80%) per la crisi scatenata dalla guerra secondo elaborazioni Coldiretti su dati Crea".
   

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