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Frutta in guscio, produzione ammonta a 270mila tonnellate

Frutta in guscio, produzione ammonta a 270mila tonnellate

Nel 2023 aumenta consumo ma più import.Ismea a Macfrut di Rimini

ROMA, 10 maggio 2024, 13:48

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Ammonta a 270mila tonnellate la produzione di nocciole, mandorle, noci, castagne e pistacchi realizzata dall'Italia nel 2023. A comunicarlo è l'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) agli Stati Generali della Frutta in guscio, organizzati al Macfrut di Rimini.

Con la presentazione del report, condotto da Ismea in collaborazione con l'Università La Sapienza di Roma, l'Italia risulta essere nella top-ten dei produttori mondiali nonostante, nell'ultimo decennio l'aumento delle superfici investite, gli eventi climatici eccezionali hanno penalizzato le rese, riducendo l'offerta interna del 7% e determinando un maggiore ricorso al prodotto di importazione.

Dall'analisi e dalla presentazione di Mario Schiano, analista di mercato Ismea, emerge in particolare che l'Italia ha importato nel 2023 un quantitativo di 460mila tonnellate, quasi due volte la produzione nazionale, per un controvalore di 1,4 miliardi di euro. "Si tratta - segnala l'Istituto - soprattutto di forniture extra-Ue con Usa, Turchia e Cile che insieme concentrano oltre il 50% dei volumi totali. Un ruolo di rilievo è rivestito, tuttavia anche dalla Spagna, da cui dipende circa il 12% del nostro import".

Lo studio segnala che l'Italia si attesta come il sesto maggiore importatore mondiale di frutta in guscio. Nell'ultimo anno il consumo invece di frutta in guscio in Italia (considerando la domanda intermedia e finale) si è attestato, secondo le elaborazioni Ismea, a 638mila tonnellate, il 25% in più rispetto a dieci anni fa. Secondo i dati Imea-Niq, nel 2023 la spesa delle famiglie italiane per gli acquisti di frutta in guscio "tal quale" hanno totalizzato 1,1 miliardi di euro (di cui 911 milioni di prodotto confezionato), per volumi complessivi superiori a 115 mila tonnellate. Significativo l'incremento anche rispetto all'anno dell'emergenza Covid, quando le vendite sul circuito domestico avevano registrato un picco di crescita. Rispetto al 2020 gli acquisti sono infatti aumentati dell'11% in termini quantitativi e del 16% in valore.

   

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