Il comparto ortofrutticolo "chiude
il 2020 con 4.4 milioni di giornate lavorative impiegate, ma ne
ha bruciate 600.000 rispetto a 5 anni fa (fonte Cso). Una
perdita di natura economica e sociale che ci obbliga a rivedere
gli strumenti finora messi in atto". Marcello Bonvicini,
presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna, accende i
riflettori sulle riforme strutturali sollecitate da tempo per
ridare redditività alla frutticoltura. "Non c'è rilancio -
sottolinea - senza l'ausilio della ricerca applicata alle
varietà vegetali e senza la riforma della legge 102 sullo stato
di calamità, in uno scenario profondamente mutato dagli effetti
del cambiamento climatico e messo in pericolo dalla
proliferazione di nuovi parassiti e dall'imprevedibilità degli
eventi meteo estremi". Secondo Albano Bergami, presidente
nazionale e regionale dei frutticoltori di Confagricoltura "la
drastica flessione della superficie frutticola
dell'Emilia-Romagna - 19.000 ettari in meno in 15 anni - e il
conseguente decremento della forza occupazionale, dimostrano
quanto sia ormai improrogabile l'attuazione di un progetto di
rilancio. Da qualche mese giace senza risposta sul Tavolo
ortofrutticolo nazionale una proposta della nostra
amministrazione regionale, condivisa all'unanimità dalla
consulta agricola". Inoltre "flettono le esportazioni della
filiera ortofrutticola italiana, fermandosi a 5 miliardi di euro
di fatturato, contro i 15 miliardi di euro, in tendenziale
crescita, della Spagna".
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