Si tratta di dinamiche che, spiega Nomisma, riflettono quanto accade all'intero paniere alimentare aumentato del 23% delle famiglie, mentre si assiste ad un calo diffuso per le spese rimandabili quali abbigliamento (38% ha ridotto gli acquisti) e arredamento (35%). L'incomprimibilità della spesa domestica per alimentare e bevande è un evidente effetto dell'incremento del numero di pasti at home, collegati alla pressoché totale chiusura del canale away from home e all'adozione dello smart-working. La crescita dei consumi, precisa Nomisma, è stata sostenuta soprattutto dalla frutta (+20,4% a valore) rispetto alla verdura (+13,4%). Uno stimolo importante sono stati i valori salutistici associati al consumo di frutta, in particolare di quella ricca di vitamina C, come arance e kiwi, ma anche delle mele. Tuttavia, se da un lato l'incremento a valore della spesa riflette i maggiori acquisti in quantità e un nuovo mix dei prodotti ortofrutticoli nel carrello delle famiglie, dall'altro indica l'effetto di un incremento dei prezzi, percepito da ben il 69% dei responsabili acquisti delle famiglie.
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