I grandi laghi (Maggiore, Como, Garda) hanno registrato forti apporti d'acqua, raggiungendo livelli abbondantemente sopra le medie stagionali e di cui beneficiano gli emissari; il lago d'Iseo ha addirittura sfiorato il massimo storico.
In grande recupero sono anche i fiumi piemontesi (Dora Baltea, Tanaro, Stura di Lanzo), ma soprattutto il fiume Po, che registra una portata (2861 metri cubi al secondo a Boretto) superiore di circa il 50% alla media del periodo (mc/sec 1689) e più che doppia rispetto allo scorso anno (mc/sec 946).
In ripresa sono anche i fiumi Adige (la portata è seconda solo al 2019 nel più recente quinquennio) in Veneto, Taro e Trebbia (hanno superato abbondantemente la media storica mensile) in Emilia Romagna. Nella stessa regione, restano marcatamente deficitarie le portate di Secchia e Savio.
Nel Centro Italia sono confortanti i dati dell'invaso del Bilancino in Toscana (dove è piovuto circa il 50% in meno della media nel mese di Aprile), del bacino di Penne in Abruzzo (quasi al colmo di invaso fissato a 8,80 milioni di metri cubi) e del lago di Bracciano nel Lazio. In Sardegna, gli invasi trattengono oltre l'88% della loro capacità. È invece al minimo (47,94 milioni di metri cubi) dell'ultimo quinquennio, la quantità d'acqua trattenuta dalle dighe nelle Marche.
Situazione idrica inferiore agli anni scorsi anche per le dighe della Calabria, mentre torna ad aggravarsi il deficit d'acqua nei bacini di Puglia (- 125,16 milioni di metri cubi) e Basilicata (-73,41 milioni di metri cubi). Resta grave la situazione per l'irrigazione in Sicilia.
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