"Pensavamo - ha sostenuto Coccia - che con i terremoti del 2016 si fosse toccato il fondo, invece il vero disastro è questo. Anche perché con il sisma abbiamo ricevuto la solidarietà di tutti, oggi invece c'è un Paese intero che ha bisogno di aiuti".
Lo scorso anno vennero seminati circa 500 ettari per una produzione di circa 3 mila quintali di lenticchia. "Quest'anno staremo a vedere come evolve questa emergenza, se dovesse perdurare semineremo un quantitativo minore", ha concluso Coccia.
Preoccupato di quello che sta accadendo è anche Antonio Palombi, pastore e produttore di carne ovina di Cascia. "E' una nuova mazzata - ha detto - e noi non possiamo fermarci perché le nostre bestie mangiano tutti i giorni, il ciclo della natura va avanti".
Per Albano Agabiti, presidente di Coldiretti Umbria, quella che "stiamo vivendo è una situazione molto complessa e nelle zone colpite dal sisma lo è doppiamente, ma dobbiamo reagire e il primo modo per farlo è mangiare italiano".
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