Superata l'emergenza, ci vorranno
almeno 15 anni per ricostruire i boschi andati a fuoco con danni
all'ambiente, all'economia, al lavoro e al turismo. E' quanto
stima la Coldiretti in riferimento agli incendi che hanno
colpito il Nord Italia, dal Piemonte alla Lombardia, spinti dal
vento, dalla siccita', dall'incuria e dall'abbandono dei boschi
divenuti facile preda dei piromani. Nelle foreste andate a
fuoco, precisa la Coldiretti, saranno impedite anche tutte le
attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della
legna, dei tartufi e dei piccoli frutti, ma anche quelle di
natura hobbistica come i funghi che coinvolgono decine di
migliaia di appassionati. "Siamo di fronte - sostiene la
Coldiretti - all'inarrestabile avanzata della foresta che senza
alcun controllo si è impossessata dei terreni incolti e domina
ormai più di 1/3 della superficie nazionale con una densità che
la rende del tutto impenetrabile ai necessari interventi di
manutenzione, difesa e sorveglianza. E' praticamente raddoppiata
rispetto all'Unità d'Italia la superficie coperta da boschi che
oggi interessa 10,9 milioni di ettari, ma sono alla mercé dei
piromani - sottolinea la Coldiretti - la maggioranza dei boschi
italiani che, per effetto della chiusura delle aziende agricole,
si trovano ora senza la presenza di un agricoltore che possa
gestirli".
"Per difendere il bosco italiano occorre creare le condizioni
affinché si contrasti l'allontanamento dalle campagne e si
valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e
gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli", ha
affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel
sottolineare che occorre cogliere le opportunità offerte dalla
legge di orientamento che invita le pubbliche amministrazioni a
stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di
attività funzionali "alla salvaguardia del paesaggio agrario e
forestale".
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