Lo dichiara David Granieri, presidente di Unaprol, alla conferenza stampa indetta da agenzia Ice per promuovere la collettiva italiana all'esposizione sul food di Shanghai. Nel 2014 la Cina ha importato olio di oliva in totale per oltre 153 milioni di dollari, ma il consumo di olio di oliva, oggi, è appena l'1% di tutto l'olio consumato nel Paese; quindi - sottolinea Unaprol - vi sono ampi spazi di manovra per conquistare nuove quote di mercato. Nell'ultimo decennio, il prodotto è stato protagonista di una crescita costante in termini di importazioni e di consumi, anche se ultimamente la crescita ha rallentato a causa della crisi che ha spostato l'attenzione dei consumatori verso oli di semi più convenienti rispetto all'olio di oliva e alla categoria più pregiata degli extra vergine di oliva. "Il valore di oltre il 90% delle importazioni - afferma Claudio Pasqualucci, direttore dell'ufficio dell'agenzia Ice di Shanghai - proviene da un gruppo di quattro Paesi produttori nei quali l'Italia è al secondo posto dopo la Spagna e prima di Grecia e Turchia". In Cina vi è una modesta produzione olivicola che sta attirando l'attenzione dei consumatori locali, "anche se quelli con più potere di acquisto preferiscono oli importati dai paesi tradizionalmente produttori, come quelli italiani - ha concluso Pasqualucci - perché ritenuti qualitativamente superiori".
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