- BARI - "Dalla semplice somma matematica si ricava che la quantità di denaro che gira intorno al perverso sistema del caporalato, nel solo periodo della raccolta del pomodoro, va dai 21 ai 30 milioni di euro". E' quanto si legge nel rapporto sul lavoro migrante in agricoltura della Flai Cgil Puglia, la cui presentazione è in corso a Bari, alla presenza del segretario della Cgil, Susanna Camusso. Nel rapporto i lavoratori alle dipendenze del caporale, "quasi sempre migranti" e "irregolari", che vivono "nei 55 'ghetti' pugliesi, vengono definiti "schiavi", ognuno dei quali "guadagna 400-500 euro in 2 mesi di lavoro" in cui riempiono giornalmente decine di cassoni dal peso di circa tre quintali ognuno. Secondo il rapporto "il caporale specula da ogni schiavo da 1 a 2 euro a cassone, a seconda di quanto è produttivo il campo", e "cinque euro a viaggio per accompagnarlo al lavoro".
Inoltre "i caporali gestiscono le abitazioni (ghetto), e ovviamente si fanno pagare il fitto (circa 200 euro mese a testa)". Ma i caporali "speculano anche sul panino che forniscono ai propri schiavi con altri 2-3 euro di rincaro medio per singolo panino fornito, senza considerare la speculazione sulla ricarica elettrica del telefono cellulare (circa 3 euro a ricarica)".
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