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Il Vino Capovolto,libro per nuova degustazione geosensoriale

Il Vino Capovolto,libro per nuova degustazione geosensoriale

'Rinascimento' degustazione nel legame tra vino e territorio

ROMA, 02 agosto 2017, 18:31

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 E' da poco in libreria "Il Vino Capovolto", il libro edito da Porthos Edizioni a firma di Jacky Rigaux e Sandro Sangiorgi. Si tratta di un libro che vuole fornire al semplice appassionato, come anche al sommelier, un nuovo strumento attraverso cui vedere ed interpretare il vino.

Un modo nuovo che parte dall'atto fondamentale del contatto tra uomo e vino: la degustazione. Nella prima parte del testo, che non a caso si intitola "La degustazione geosensoriale", Jacky Rigaux, responsabile della formazione continua presso l'Université de Bourgogne, delinea un metodo che aiuta a comprendere i vini di terroir, prodotti da vignaioli che praticano una viticoltura il più possibile vicina alla natura.

Questo tipo di degustazione si contrappone all'analisi sensoriale, maggiormente diffusa e associata a una visione tecnica, enologica, centrata esclusivamente sul vitigno, estraniato dal contesto in cui nasce. Quello che Rigaux auspica è un nuovo "Rinascimento" della degustazione che passa per il legame tra vino e terroir e attraverso una degustazione che sappia riconoscere e valorizzare il fascino dei vini nella loro diversità.

La seconda parte è, invece, una raccolta di scritti dedicati al vino che Sandro Sangiorgi (sommelier, critico e scrittore, fondatore del movimento Slow Food) ha messo da parte negli ultimi sei anni, molti dei quali scaturiscono dall'attività di divulgazione dell'associazione "Porthos racconta".

Anche Sangiorgi parla dei vini naturali, dinamici, dotati di un'insuperabile originalità, e della necessità del cittadino consumatore di "riprendersi il ruolo di protagonista del mercato". Il consumatore deve anche cambiare il suo sentire di fronte al bicchiere e considerare l'insieme delle sensazioni come un unicum: "Ecco perché l'assaggio di un vino può diventare un atto creativo, nel quale l'arte non è tanto l'elaborazione di una descrizione, quanto invece il farsi toccare in luoghi dell'animo di solito poco accessibili".

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