Le lobby dell'agricoltura
industriale, dell'energia idroelettrica e dell'estrazione di
carbone stanno facendo pressioni sui legislatori europei per
apportare "cambiamenti devastanti" alla direttiva quadro sulle
acque dell'Ue. Cambiamenti visti di buon occhio anche da alcuni
Stati membri. È quanto denuncia la coalizione 'Living rivers
Europe', formata da cinque ong ambientaliste, fra cui Wwf, che
rappresentano oltre 40 milioni di persone. Secondo le ong, se i
cambiamenti suggeriti dall'industria "entrassero in vigore,
darebbero al settore luce verde per intraprendere attività
ancora più distruttive, potenzialmente devastanti per i nostri
fiumi e laghi". I propositi delle lobby avrebbero anche trovato
terreno fertile in alcuni Stati membri, che "hanno stilato una
lista di interessi sorprendentemente simile", sostengono gli
attivisti. Per questo la coalizione ambientalista ha lanciato il
suo appello in difesa della direttiva sulle acque a pochi giorni
dalla riunione informale dei ministri dell'ambiente Ue, prevista
per il 20 e 21 maggio a Bucarest. "Attraverso la campagna
guidata dalla società civile #ProtectWater, oltre 375mila
cittadini hanno chiesto che la legislazione sulle acque resti
invariata. L'allineamento di alcuni Stati membri con le
posizioni delle lobby dell'industria solleva la domanda: hanno
davvero a cuore l'interesse dei cittadini?", ha dichiarato
Andreas Baumueller, a capo del settore Risorse naturali presso
l'ufficio Wwf di Bruxelles.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA