L'uscita del Regno Unito dall'Ue
sottrarra' al bilancio agricolo europeo 2,7 miliardi di euro di
risorse, su un totale di 6,6 miliardi. I redditi agricoli
subiranno immediatamente un taglio medio del 3,6% con grandi
disparita' tra Stati: dal -1,5 dell'Italia al -2,7% della
Francia, dal -3,1 della Germania al -11,6% della Danimarca al
-26,2% della Slovacchia. Sul piano produttivo i settori
cerealicolo, della carne e del latte saranno i piu' colpiti. E'
quanto emerge dall'analisi presentata oggi dal Think tank 'Farm
Europe' (interlocutore delle istituzioni Ue) nel corso di una
tavola rotonda presieduta da Paolo De Castro, vicepresidente
della Commissione agricoltura dell'Europarlamento.
De Castro ha affermato che ''gli agricoltori non devono e non
possono pagare i costi della decisione dei cittadini inglesi, ed
il riconoscimento da parte di tutti gli Stati membri del ruolo
chiave dell'agricoltura deve essere la precondizione per evitare
tagli del budget''. Il vicepresidente della ComAgri ha anche
notato che ''nonostante gli scenari di riduzione del bilancio
della Pac su cui il commissario Oettinger si sta orientando
siamo meno negativi di quanto discusso finora, l'impatto sul
reddito nei settori che piu' caratterizzano l'agricoltura
italiana ed europea, resta comunque determinante per la
sostenibilita' economica delle aziende'' .
Infatti, a pochi giorni dalla presentazione il 2 maggio della
proposta della Commissione Ue sulle prospettive finanziarie
2021-2027, Farm Europe mette in guardia: ''una taglio del 5% il
bilancio Pac, che come sempre verrebbe presa a prezzi correnti
(quindi nominali), si tradurrebbe in realta' in un taglio degli
aiuti post 2020 del 20% in termini reali. Questo sarebbe
insostenibile''.
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