Nato a Breguzzo, paesino del Trentino di 500 anime, Ghezzi, che con il suo ristorante Senso che si trova all'interno del Museo di arte moderna e contemporanea di Trento (Mart) ha conquistato due stelle Michelin, ha esordito ricordando "il gusto, il calore e la semplicità" del cibo che preparava mia nonna utilizzando i prodotti stagionali disponibili nel mercato".
Ed ha aggiunto come la sua fanciullezza "è trascorsa per la maggior parte del tempo nella cucina della casa, uno spazio caldo, ampio e accogliente, che ci rende felici".
Introducendo la conferenza nell'Istituto italiano di cultura della capitale argentina la direttrice, Donatella Cannova, ha sottolineato che "la sostenibilità è il tema dei nostri giorni ed è anche quello scelto da Roma nella sua campagna di candidata per la realizzazione dell'Expo 2030".
Ghezzi ha sostenuto che "l'epoca in cui viviamo è caratterizzata da un fenomeno che riguarda le nuove generazioni di cuochi e 'chef' che sono attratti dal ritorno alle tradizioni". In questo ambito ha ricordato una frase di uno dei suoi maestri, Gualtiero Marchesi, che incoraggiava a "lasciarsi affascinare dagli ingredienti" di un piatto.
Parlando della sua evoluzione ai fornelli, Ghezzi ha spiegato che "nel mio caso mi sono orientato via via verso una cucina che è andata verso la semplicità, rimuovendo la scenografia, ma cercando di rendere "la natura come ingrediente principale del piatto".
Per questo, ha aggiunto, "il vero cambiamento nel mio modo di cucinare è avvenuto quando sono andato a passeggiare nei campi o a visitare i produttori, per incentivare una filiera corta". E' stato così, ha ricordato, che "il menù autunnale del ristorante Senso è nato dai prodotti che ho visto con i miei occhi nella nostra Val di Gresta".
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