Il Carnevale finisce con consumi
stimati di 12 milioni di chili di dolci tipici "che ora gli
italiani devono smaltire, fatti nella maggioranza dei casi di
ingredienti semplici, ma calorici, come farina, zucchero, burro
miele e uova". E' quanto stima la Coldiretti nel sottolineare
che "frittelle, castagnole, frappe, chiacchiere e le altre
specialità regionali sono state fatte sparire dagli italiani
nelle case, nei negozi, nelle feste e nelle piazze durante il
periodo di carnevale". Il settore enogastronomico - sottolinea
la Coldiretti - contribuisce in maniera sostanziale ad
alimentare il business di Carnevale. Le abbuffate di berlingozzi
e cenci in Toscana, cicerchiata in Abruzzo, brugnolus e
orillettas in Sardegna, galani in Veneto, sfrappole in Emilia
Romagna, bugie in Liguria, chiacchiere in Basilicata, struffoli
e sanguinaccio in Campania, crostoli in Friuli, frappe e
castagnole nel Lazio, pignolata in bianco e nero in Sicilia e
grostoi in Trentino sono state favorite anche da una sostanziale
stabilità dei prezzi rispetto allo scorso anno, nonchè dal
ritorno al fai da te casalingo".
Secondo l'indagine condotta dal sito www.coldiretti.it, quasi
un italiano su tre (31%) ha preparato i dolci di carnevale
rigorosamente in casa, mentre il 41% li ha acquistati dal
fornaio o dal pasticcere di fiducia e solo il 2% ha scelto i
prodotti commerciali già confezionati. Va segnalato peraltro -
conclude Coldiretti - che, nonostante la crescente attenzione
alla forma fisica e alla dieta, solo il 26% degli italiani
dichiara di essersi privato delle golosità della festa.
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