- ROMA - La bufala del glutine che fa male dettata dalle mode; la convinzione che l'Italia importi una quantità rilevante di farina da altri Paesi; o quella che associa la farina di frumento tenero alla pasta, che invece è prodotta con le semole di frumento duro. Per Italmopa sono solo alcune delle false credenze degli italiani indotte da informazioni ''non equilibrate e non corrette di alcuni mass media''. Di questo - informa una nota - si è parlato durante la Tavola Rotonda organizzata dall'Associazione Industriali Mugnai d'Italia (Italmopa) e dal Centro informazione Farine all'interno della Fiera internazionale Sigep-A.B.Tech di Rimini. Durante la tavola rotonda sono stati presentati i risultati di un'indagine Doxa su "Gli italiani e le farine", condotta su un campione di 1.000 persone.
Ben il 55% degli intervistati associano la farina di frumento tenero alla pasta, che notoriamente è invece prodotta con le semole di frumento duro, e il 65% ritiene che l'Italia importi una quantità rilevante di farina da altri Paesi, mentre le importazioni di farine costituiscono circa lo 0,2% del loro utilizzo totale. ''Oggi, a titolo esemplificativo - rileva Italmopa -, si sottolineano con enfasi, biasimandole, le importazioni di frumento, tralasciando colpevolmente di evidenziare che tali importazioni, spesso particolarmente onerose, sono assolutamente e, purtroppo, indispensabili per ovviare al deficit quanti-qualitativo della produzione nazionale''. Per Italmopa ''bisogna smetterla di demonizzare sempre e comunque le importazioni: un atteggiamento dannoso per l'industria molitoria e l'intera filiera cerealicola ma, soprattutto, irrispettoso nei riguardi dei consumatori. Perché non evidenzia l'impareggiabile e straordinaria abilità dei nostri mugnai a individuare, selezionare, miscelare le varietà più pregiate di frumento, qualsiasi siano le loro origini, per produrre delle farine di altissima qualità destinate ai prodotti simboli del Made in Italy agroalimentare''. Un altro ''pericoloso errore degli italiani'' emerso dall'indagine Doxa-Italmopa e' sulla percezione del glutine. Il 47% degli intervistati, quasi 1 italiano su 2, e' convinto che sarebbe bene eliminarne o ridurne fortemente il consumo. ''Nulla di piu' sbagliato - sottolinea la nutrizionista e divulgatrice scientifica Elisabetta Bernardi -. Se non si e' celiaci o se non si ha una comprovata sensibilita' al glutine, infatti, non si ottiene alcun beneficio per la salute eliminandolo dalla propria dieta. E tantomeno si dimagrisce. Ma si elimina una fonte importante di energia, derivata soprattutto dai carboidrati''.
Da qui il calo del consumo di pane dichiarato dal 32% degli intervistati rispetto a 3 anni fa, ponendo ormai l'Italia in coda ai consumi rispetto agli altri principali Paesi comunitari.
Dall'indagine Doxa emerge, pero', anche un dato molto positivo: per l'88% degli intervistati dalla Doxa il pane "non puo' mancare sulla tavola degli italiani, per il suo valore simbolico e per le sue proprieta' salutistiche e nutrizionali".
Un valore riconosciuto da quel 79% che lo ritiene un "alimento che ben si adatta ad uno stile di vita sano".
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