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Pescatori, noi ultima generazione in mare

Pescatori, noi ultima generazione in mare

'Il nostro mestiere è morto" dicono da Portofino alle Marche

10 marzo 2017, 09:30

Redazione ANSA

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Pescatori, noi ultima generazione in mare - RIPRODUZIONE RISERVATA

Pescatori, noi ultima generazione in mare - RIPRODUZIONE RISERVATA
Pescatori, noi ultima generazione in mare - RIPRODUZIONE RISERVATA

'Il nostro mestiere è morto altro che futuro per la pesca, i fondi stanziati dovrebbero servire per demolire le nostre barche''. A parlare è Luigi Bronzi, 60 anni, di Civitanova Marche, forse l'ultima generazione ad andare in mare dopo 42 anni di attività. E' una delle tante storie di ordinaria difficoltà raccontate dai pescatori all'assemblea dell'Alleanza delle Cooperative, che denunciano norme troppo stingenti ed inadeguate per chi il mestiere lo fa in regola. ''Non siamo più pescatori ma banditi - continua Bronzi - tornando in porto viviamo solo con la paura di avere un verbale che può arrivare a 75 mila euro''. Di sanzioni lui non ne ha mai prese ma, avverte ''se mi dovesse capitare prendo la mia barca e la regalo''. Non cambia la situazione cambiando versante con Stefano Briola, 31 anni di Portofino, da 13 in mare. ''La nostra pesca ha delle specificità che le norme europee non rispettano e quindi sono spesso inapplicabili - spiega - con la Legge 154 siamo arrivati alla follia le sanzioni sono disumane; pesco pesce spada e devo pregare che non abbocchi accidentalmente un tonno, perché rischio un verbale da 150 mila euro e la mia barca certo non li vale. Come si fa ad essere punito per una cosa che non dipende da me? Tre anni fa ho preso un tonno di 46 kg e ho avuto 8 mila euro di verbale. Posso andare avanti così?''. Angelo La Macchia ha 49 anni ed è di Porto Rosa in provincia di Messina. Svolge la sua attività nella piccola pesca dove il problema è un altro ancora. ''Abbiamo il divieto ad utilizzare contemporaneamente diversi attrezzi che sono tutti consentiti - spiega - e così molto spesso ci troviamo a non poter sbarcare nulla a fine giornata, un danno perché comunque usciamo e una beffa perchè non peschiamo''. La Macchia sa che così avanti non potrà più andare, ''speriamo che se ne accorgano prima che sia troppo tardi, perché oggi per me è davvero l'ultima occasione di dialogo civile''.

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