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Il clima detta legge sui prezzi degli ortaggi, fino a +12%

Il clima detta legge sui prezzi degli ortaggi, fino a +12%

Bmti, calano ad aprile olio di oliva e latte

ROMA, 27 maggio 2024, 12:23

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

E' stato il clima a dettare legge ad aprile per i prezzi all'ingrosso di alcuni prodotti orticoli che ne hanno determinato anche un rallentamento. Secondo i dati elaborati da Unioncamere e Bmti, le lattughe rispetto a marzo sono aumentate del 5,7%, mantenendosi comunque inferiori del 30% rispetto allo scorso anno, le patate novelle di produzione siciliana e pugliese segnano +7,4%, le cipolle +12% e i cavoli broccoli quasi +11%. Timido l'avvio di annata per i meloni, con valori inferiori del 7% su base mensile e quasi del 17% sull'anno.

Nel settore zootecnico, invece, è continuato il calo per il latte venduto sfuso in cisterna (-2,5% rispetto a marzo), che ha risentito anche di una maggiore produzione favorita dalle temperature fresche. In ribasso dell'1,7% le carni di bovino adulto mentre sono aumentate del 2,1% del pollo. Tuttavia, i prezzi attuali restano più bassi del 15,3% rispetto allo scorso anno. Allo stesso modo, rispetto al 2023, sono in calo del 17,6% anche le carni di tacchino, stabili rispetto a marzo.

Sostanziale stabilità anche per riso e derivati dei cereali (semola e farina), che confermano un ribasso del 10% rispetto al 2023. Tra gli oli e grassi, calo dello 0,8% per l'olio di oliva, con il mercato italiano che ha risentito anche del rialzo delle stime sulla produzione spagnola, con i prezzi che rimangono comunque superiori del 51,3% rispetto ad un anno fa. Tra le materie grasse sono diminuiti del 2,3% i prezzi del burro che continuano a essere superiori del 30% rispetto al 2023. Nel settore ittico, diffusi i rialzi del pescato, complici, da un lato, una riduzione delle attività di pesca dovuta al maltempo e, dall'altro, il buon andamento della domanda proveniente dalla ristorazione. Gli aumenti più rilevanti si registrano per i cefali (+46,1% su base mensile), le sarde (+27,1%), le spigole (+21,3%), i calamari (+16,5%) e il baccalà secco (+24,4%).

   

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