Investire nel vino quotato in Borsa
continua a essere un ottimo affare: la capitalizzazione dei
titoli che compongono l'indice di settore delle piazze
finanziarie mondiali è aumentata del 12,2% in un anno tra marzo
2017 e marzo 2018, ma dal gennaio 2001 l'indice vinicolo in
versione 'total return' (comprensivo dei dividendi) è cresciuto
di ben il 719%. Lo afferma la consueta indagine dell'Area studi
di Mediobanca sul settore, secondo la quale le Borse mondiali
nello stesso periodo sono aumentate 'solo' del 148%. La migliore
performance in termini relativi (ossia al netto delle dinamiche
delle Borse nazionali) è stata realizzata dalle società del Nord
America (+744%), dell'Australia (+163%) e della Francia (+100%),
mentre in altri Paesi le società vinicole hanno reso meno della
Borsa nazionale: Cile -40% e Cina -73%. Le italiane quotate
restano due (Italian wine brands e Masi agricola) con il valore
dei titoli non troppo distanti dal collocamento, ma secondo la
ricerca Mediobanca se le non quotate scegliessero la Borsa
vedrebbero il proprio equity valorizzato in media il 70% in più.
Il valore totale del 'panel' dei 155 maggiori gruppi italiani
sarebbe di 5,3 miliardi.
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