Cresce del 5,2% in un anno la spesa
dei prodotti biologici degli italiani che chiude il 2023 con 3,9
miliardi di euro, consolidando la crescita avviata nel 2022 con
+0,5%. Lo segnala Ismea nel nuovo report che fotografa i consumi
bio domestici, precisando che rispetto all'agroalimentare
complessivo il bio tiene nei quantitativi (+0,2%), registrando
rincari a scaffale più contenuti rispetto all'agroalimentare
complessivo. A questo proposito, secondo l'Osservatorio sui
consumi alimentari di Ismea-NielsenIQ pubblicato nei giorni
scorsi, il carrello 2023 risulta più oneroso ma anche più
leggero, con volumi di acquisto in flessione per quasi tutte le
categorie; e l'incremento record in valore è dell'8,1% (+8,4% il
food, +5,3% il beverage).
Tornando al bio, la spesa evidenzia un aumento in valore per
tutti i comparti alimentari, ad eccezione di carni e salumi che
mostrano un calo rispettivamente del -9,5% e dell' -11,4% sul
2022. Tra gli andamenti in positivo, si segnalano incrementi
significativi per olii e grassi vegetali (+20,4%), bevande
analcoliche (+12,6%) e prodotti lattiero-caseari (+10,6%),
trainati dalla dinamica inflattiva. Il valore della spesa bio
continua a concentrarsi nell'ortofrutta per il 43,5%.
Rimane decisiva per il settore la distribuzione moderna,
canale preferito dalle famiglie italiane per gli acquisti di
referenze bio, attraverso la quale viene veicolato il 64,6%
della spesa domestica biologica. Anche il discount registra una
performance positiva superando il 14% di rappresentatività e
guadagnando
terreno sui negozi tradizionali che, invece, continuano a
perdere quote di mercato scendendo al 21,3% rispetto al 22,9%
del 2022.
Quanto all'incidenza del bio sull'agroalimentare, l'aumento
in valore degli acquisti dei prodotti biologici non eguaglia
quello dell'agroalimentare. Conseguentemente, anche per il 2023,
come nel 2022, si registra un'ulteriore flessione della quota di
biologico sul valore totale dell'agroalimentare italiano, che
scende al 3,5%.
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