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Tim Cook voleva donare parte del fegato a Jobs, lui rifiutò

Tim Cook voleva donare parte del fegato a Jobs, lui rifiutò

La storia raccontata nel libro in uscita 'Becoming Steve Jobs'

ROMA, 17 marzo 2015, 17:02

Redazione ANSA

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Tim Cook voleva donare parte del fegato a Jobs, lui rifiutò - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tim Cook voleva donare parte del fegato a Jobs, lui rifiutò - RIPRODUZIONE RISERVATA
Tim Cook voleva donare parte del fegato a Jobs, lui rifiutò - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tim Cook voleva donare parte del suo fegato a Steve Jobs, per farlo sopravvivere, ma il co-fondatore di Apple rifiutò. La storia, che dimostra il forte legame tra nuovo e vecchio amministratore delegato di Cupertino, è raccontata in un nuovo libro che uscirà a breve e si intitola 'Becoming Steve Jobs'. E' scritto da due reporter statunitensi, Brent Schlender e Rick Tetzeli, ed è basato sulle interviste alle persone più vicine a Jobs a partire dalla moglie, Laurene Powell.

Dopo che a Jobs fu diagnosticata la malattia, nel 2009 aveva bisogno di un trapianto. Tim Cook scoprì che aveva in comune con lui non solo un raro gruppo sanguigno ma che era anche compatibile per la donazione, voleva donare una parte di fegato.

Essendo un organo che si rigenera, con il trapianto si poteva così sperare in una cura del tumore. Dopo essersi sottoposto a tutte le analisi cliniche ed essere sicuro della compatibilità e di non correre nessun rischio, Tim Cook propose l'intervento ma Steve Jobs rifiutò e anche in malo modo. "Scattò sul letto e mi disse 'No! Non ti permetterò mai di farlo", racconta Cook nel libro e aggiunge "Steve mi ha urlato contro in 13 anni di conoscenza solo quattro o cinque volte e questa è stata una di quelle".

Nel libro che uscirà il 24 marzo ed è il secondo grande approfondimento sulla vita di Jobs dopo la biografia scritta da Walter Isaacson, si parla anche di Apple Tv e del fatto che Steve Jobs volesse comprare Yahoo!. Oltre a Tim Cook e Laurene Powell, i due autori hanno intervistato anche il designer di Apple, Jon Ivy.

Uno dei giornalisti che ha lavorato al libro,  Rick Tetzeli, lavora alla testata Fast Company che ha pubblicato stralci del volume.
   

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