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In Australia c'è Shebah, un Uber tutto al femminile

In Australia c'è Shebah, un Uber tutto al femminile

Il via a Melbourne, uomini esclusi anche in coppia

ROMA, 17 marzo 2017, 15:24

Redazione ANSA

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In Australia c 'è Shebah, Uber per donne - RIPRODUZIONE RISERVATA

In Australia c 'è Shebah, Uber per donne - RIPRODUZIONE RISERVATA
In Australia c 'è Shebah, Uber per donne - RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMA - Dopo Chariot negli Stati Uniti, nasce una ltro servizio tipo Uber tutto al femminile, affinché le passeggere si sentano sicure. La nuova app si chiama Shebah ed è stata lanciata in Australia in occasione dell'8 marzo. Il servizio ha ora preso il via a Melbourne, Brisbane e nella turistica e festaiola Gold Coast, con la altre grandi città a seguire nei prossimi mesi.

Il servizio esclude gli uomini, anche in coppia, ma ammette i maschietti fino a 12 anni se accompagnati da una donna. E ha già reclutato centinaia di 'zie' autiste, con la missione di assicurare tragitti sicuri e serenità specie alle passeggere vulnerabili, ad esempio a tarda notte e quando hanno bevuto un po' troppo. Invita le donne a "godersi la sicurezza personale con la certezza di essere parte di una rete tutta femminile di conducenti e passeggere".

La fondatrice ex autista di Uber Georgina McEncroe, madre single di due figli, si propone di assicurare alle donne un lavoro flessibile, oltre a creare un trasporto più sicuro alle altre. E nonostante le accuse di 'sessismo' e di 'discriminazione', non intende scusarsi per la nuova app che esclude gli uomini. Spiega che a indurla a lanciare l'impresa sono i rischi di violenza, molestie e aggressioni sui mezzi pubblici e anche in taxi e nei passaggi condivisi. "Ho parlato alcune volte di Shebah a riunioni pubbliche e non sono mai riuscita a tornare dal palco alla mia tavola senza che donne di ogni età mi avvicinassero per raccontarmi le loro cattive esperienze", ha detto alla Tv nazionale Abc.

Negli Usa a maggio scoso è stato lanciato Chariot, autisti e passeggeri possono essere solo donne. L'idea è venuta ad un ex autista di Uber, Michael Pelletz.
   

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