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Gesti su smartphone fanno capire chi siamo

Gesti su smartphone fanno capire chi siamo

Studio curato da esperto cybersicurezza

SYDNEY, 03 agosto 2018, 16:55

Redazione ANSA

ANSACheck

Gesti su smartphone fanno capire chi siamo © ANSA/AP

Gesti su smartphone fanno capire chi siamo © ANSA/AP
Gesti su smartphone fanno capire chi siamo © ANSA/AP

Con ogni tocco del dito sullo smartphone e le app si può tratteggiare il profilo di un utente, potenzialmente usato dalla pubblicità o da terze parti. Lo dice una ricerca della divisione Data61 del Consiglio Nazionale delle Ricerche Csiro, curata dal professor Mohamed Dali Kaafar, direttore per la sicurezza e la privacy di Data61 e docente di cybersicurezza all'Università Macquarie di Sydney.

Lo studio dimostra che i gesti distintivi del dito sul dispositivo (swipe e tap) possono essere catturati da sviluppatori di app "affamati" di dati degli utenti. E' stato usato un congegno che traccia i gesti degli utenti: estrae dati dalle digitazioni, tra cui la velocità e l'accelerazione dei movimenti. L'uso di una sola app per un'ora fornisce sufficienti informazioni da distinguere un utente da un miliardo di altri.

Può identificare chi usa il congegno e non solo il conto con cui è collegato, ha spiegato Kaafar al Sydney Morning Herald.

"Il tracciamento comportamentale basato sul tocco è una maniera furtiva per seguirci. Non richiede permessi e la maggior parte delle persone la può ritenere completamente innocua o irrilevante - ha detto il ricercatore - In realtà è una maniera davvero potente per raccogliere dati degli utenti e dovremmo veramente cercare di evitare i pericoli potenziali che possono causare alla nostra privacy".

Non vi è nulla nel sistema operativo dei telefonini che impedisca alle applicazioni di usare tali dati, sottolinea Kaafar. Il 'tracking' basato sul tocco può seguire e distinguere utenti multipli dello stesso dispositivo. Secondo la ricerca, può anche identificare gli utenti attraverso più dispositivi, potenzialmente costruendo un profilo dell'utente che può risultare utile a operatori pubblicitari o altre terze parti. La tecnologia peraltro può essere usata per impedire ai minori di accedere a contenuti adulti su congegni condivisi. Può anche identificare e bloccare utenti non conosciuti dal dispositivo.
    

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