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Moovel, persone trasformate in auto robot

Moovel, persone trasformate in auto robot

Nel test sensori inviano informazioni all'uomo e non al veicolo

ROMA, 12 ottobre 2017, 14:50

Redazione ANSA

ANSACheck

© ANSA/Daimler Press

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ROMA - Lauren McCarthy è probabilmente una delle prime persone al mondo ad essere stata 'trasformata' in auto-robot e aver visto con i propri occhi la realtà virtuale che viene percepita dagli organi sensoriali, strettamente digitali, che fanno muovere un veicolo a guida autonoma. Lauren, assieme ad altri 3 collaudatori volontari ha partecipato ad un insolito quanto interessantissimo esperimento organizzato da Moovel (società del Gruppo Daimler che opera nell'ambito della mobilità del futuro) e che verrà presentato al pubblico i prossimi 20 e 21 ottobre al congresso Push UX a Monaco di Baviera e a seguire al Festival KIKK. Il laboratorio 'Who want to be an autonomous car?' (cioè chi vuole essere un'auto a guida autonoma) si è avvalso di uno speciale veicolo definito 'non convenzionale' - non fosse altro che per la posizione supina in cui viaggia la persona - e che è dotato di tutti i sensori che sono utilizzati per gestire le auto a guida autonoma. La differenza rispetto ai molti prototipi che già circolano sulle strade di tutto il mondo è che, nel quadriciclo costruito da Moovel, non esiste un collegamento tra la rete dei sensori e i comandi di propulsione e di guida del veicolo.

L'unità centrale di calcolo e di gestione è sostituita dal cervello umano e dai suoi sensi, attivati esclusivamente attraverso un visore tridimensionale VR in cui la persona 'vede' l'ambiente esterno esattamente come viene visto dagli occhi elettronici dei normali mezzi a guida autonoma, compresa la mappatura tridimensionale dell'ambiente esterno. Per il momento il veicolo è costituito da una piccola piattaforma con motori elettrici inseriti nel mozzo e il pilota ha a disposizione un joystick che viene utilizzato per imprimere la direzione, accelerare e arrestare il mezzo, il tutto a bassa velocità. ma questo potrebbe essere il punto di partenza per sperimentazioni che - lavorando a velocità maggiori e in condizioni più complesse - possano essere utilizzate per sviluppare l'Intelligenza Artificiale (AI) delle auto a guida autonoma del futuro.
   

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