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Polizia 'predittiva'? In Italia siamo lontani

Polizia 'predittiva'? In Italia siamo lontani

Ernesto Belisario, manca la cultura degli Open Data

04 ottobre 2016, 14:01

Titti Santamato

ANSACheck

Polizia 'predittiva '? In Italia siamo lontani - RIPRODUZIONE RISERVATA

Polizia  'predittiva '? In Italia siamo lontani - RIPRODUZIONE RISERVATA
Polizia 'predittiva '? In Italia siamo lontani - RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMA - "In Italia non abbiamo Open data sui crimini. Esistono dei casi pilota nella sanità ma nell'ambito della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica non siamo ancora al livello di maturazione degli Stati Uniti. Un algoritmo predittivo è anche una risposta alla riduzione dei budget": è il parere di Ernesto Belisario, avvocato ed esperto di diritto delle tecnologie, in merito al programma che sarà utilizzato da ottobre dalla polizia di Pittsburgh che anticipa i crimini grazie alla combinazione di diversi di dati, dalle notizie di reati commessi ai profili Facebook di persone schedate.

"Nel nostro paese fino al 2004 i dati erano ancora raccolti in cartaceo, non c'era una base di organizzazione dei documenti. In seguito si è semplicemente digitalizzato ciò che era su cartaceo - spiega Belisario all'ANSA -. Negli Stati Uniti ci sono addirittura app che ti dicono quanti crimini ci sono in un quartiere e sono usate sia dagli utenti che vogliono acquistare una casa, sia dalle agenzie immobiliari. La Casa Bianca ha un team di 'data scientist' e molte delle politiche di Barack Obama sono di successo perché si applicano modelli predittivi".

"La differenza sta nella serietà dei modelli matematici applicati, che incrociano diverse professionalità. La raccolta del dato è solo il primo 'step', poi diventa importante l'analisi. In Italia esistono dei casi pilota soprattutto nella sanità e per la prevenzione, ma i dati non sono ancora raccolti in modo adeguato. Manca una cultura degli Open Data e sulla rivoluzione dei Big data siamo ancora in ritardo. Si discute, si riflette, ma di fatto applicazioni pratiche non ci sono".

"Fortunatamente abbiamo un Garante che protegge la riservatezza e si da' per scontato che la pubblicazioni di questi dati siano aggregati. Ad esempio, non devo sapere il nome della vittima, ma soltanto che una strada è poco sicura. I Big Data e gli Open Data non devono minare privacy e riservatezza degli individui", aggiunge Belisario.

"L'uso di software predittivo per il crimine sarebbe anche una risposta alla riduzione dei fondi - conclude l'esperto - in tempi di taglio di budget e di organico ti aiuta a concentrare gli sforzi". 

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