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L'Africa che cambia minaccia le sue icone

L'Africa che cambia minaccia le sue icone

In crisi le grandi migrazioni degli gnu e i laghi dei fenicotteri

16 aprile 2024, 07:58

di Benedetta Bianco

ANSACheck

Le imponenti migrazioni annuali degli gnu attraverso il continente stanno scomparendo (fonte: Mogens Trolle) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Due tra le specie più conosciute e iconiche dell’Africa sono minacciate dall’attuale crisi climatica e dall’espansione urbana. Da un lato, le imponenti migrazioni annuali degli gnu attraverso il continente stanno scomparendo, bloccate dalla presenza di strade, recinzioni, fattorie e città in espansione: la conseguenza preoccupante è che l’impossibilità a spostarsi sta indebolendo il Dna di questi animali, portando a una minore diversità genetica, un maggiore isolamento e più incroci tra consanguinei. Dall’altro lato, l’innalzamento del livello dei laghi dovuto alle maggiori precipitazioni causate dal cambiamento climatico sta minacciando i fenicotteri: le piogge abbondanti, infatti, diluiscono la salinità e abbassano l’elevato pH che caratterizza i laghi preferiti dai fenicotteri, e ciò provoca problemi al fitoplancton, quell’insieme di minuscoli organismi acquatici che costituisce la fonte di cibo degli iconici animali.

Lo studio pubblicato sulla rivista Nature Communications e guidato dall’Università di Copenhagen sottolinea che, anche se gli gnu non sono in immediato pericolo, nel lungo termine il declino genetico li lascia meno attrezzati per far fronte agli effetti dei cambiamenti ambientali, come l’attuale crisi climatica. I ricercatori guidati da Rasmus Heller, Xiaodong Liu e Mikkel Sinding hanno analizzato il genoma completo di 121 esemplari appartenenti a diverse popolazioni, coprendo il loro intero areale che va dal Sud Africa al Kenya. “La conclusione è chiara: l’effetto negativo complessivo è evidente negli gnu a cui è stato impedito di migrare, indipendentemente da dove vivono nel continente”, afferma Liu. “I nostri risultati mostrano chiaramente che le popolazioni di gnu che non migrano più sono semplicemente meno in salute dal punto di vista genetico rispetto a quelle che continuano a migrare”, aggiunge Heller. “E questo indebolisce le loro possibilità di sopravvivenza a lungo termine”.

Inoltre, gli gnu dipendono dalle migrazioni per sostenere le loro popolazioni estremamente numerose. Dunque, quelle ora impossibilitate negli spostamenti hanno visto ridurre drasticamente il loro numero. “Lo gnu è una specie chiave per l’ecosistema: mantiene la vegetazione sana, trasporta e distribuisce i nutrienti e fornisce cibo per i predatori”, prosegue Joseph Ogutu dell’Università tedesca di Hohenheim, co-autore dello studio. “Pertanto, ad essere minacciato non è solo questo animale, ma anche molte altre specie”.

L’allarme sui fenicotteri, invece, arriva dallo studio guidato dal King’s College di Londra e pubblicato sulla rivista Current Biology: gli autori avvertono che, probabilmente, i fenicotteri saranno spinti verso nuove aree non protette alla ricerca di cibo, e ciò potrebbe mettere seriamente a rischio il futuro della specie. I ricercatori guidati da Aidan Byrne hanno utilizzato per la prima volta i dati forniti dalle osservazioni satellitari della Terra nell’arco di circa 20 anni per studiare tutti i principali laghi in cui si nutrono i fenicotteri, sparsi tra Etiopia, Kenya e Tanzania: una regione che ospita più di tre quarti della popolazione mondiale di questo uccello. I dati sono stati poi combinati con quelli climatici e con le osservazioni dirette degli animali.

Potendo contare su una scala così vasta, gli autori dello studio sono riusciti a collegare per la prima volta l’innalzamento del livello dei laghi con i cambiamenti nella disponibilità di cibo e la diminuzione delle popolazioni di fenicotteri osservate negli ultimi decenni. Il lago di Nakuru, ad esempio, è uno dei più importanti dell’Africa orientale per questi sgargianti uccelli e storicamente ospitava oltre un milione di uccelli alla volta. Ma dal 2009 al 2022 la superficie del lago è aumentata del 91% e, contemporaneamente, le sue concentrazioni di fitoplancton si sono dimezzate.

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