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Cibo e acqua contaminati da piombo già 250.000 anni fa

Cibo e acqua contaminati da piombo già 250.000 anni fa

Le tracce nei denti dei Neanderthal

02 novembre 2018, 10:15

Redazione ANSA

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Rappresentazione artistica di un uomo di neanderthal (fonte: Michael Brace) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione artistica di un uomo di neanderthal (fonte: Michael Brace) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Rappresentazione artistica di un uomo di neanderthal (fonte: Michael Brace) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La più antica esposizione al piombo mai documentata risale a 250.000 anni fa e le sue tracce, probabilmente dovute a cibo e acqua contaminati, sono state scoperte nei denti di due Neanderthaliani. Pubblicata sulla rivista Science Advances, la scoperta si deve al gruppo dell'australiana Griffith University coordinato da Tanya Smith.

"Si ritiene che le popolazioni siano state esposte al piombo solo dopo l'industrializzazione, ma dimostriamo che questo è accaduto anche nella preistoria", rileva una delle autrici dello studio, Christine Austin, della Icahn School of Medicine at Mount Sinai a New York. La ricerca ha analizzato i denti di due uomini di Neanderthal scoperti in Francia, nella Valle del Rodano, con l'obiettivo di studiare tempi di allattamento e svezzamento e variazioni climatiche attraverso elementi chimici, come bario, piombo e ossigeno, presenti negli anelli di crescita dei denti.

Durante lo sviluppo fetale e infantile, ogni giorno, infatti, si forma un nuovo strato di smalto, che cattura le sostanze chimiche assorbite con cibo e acqua, fornendo una registrazione cronologica dell'esposizione a tali elementi. I ricercatori sono riusciti anche a collegare nascita e sviluppo dei due individui con le stagioni misurando gli isotopi di ossigeno (ossia atomi dello stesso elemento, ma con diversa massa), che variano con la temperatura.

Questo ha dimostrato che i Neanderthal avevano sperimentato inverni più freddi rispetto agli uomini moderni: una situazione che provocava uno stress nello sviluppo infantile durante l'inverno. Lo stesso tipo di analisi ha permesso di stabilire che uno dei due individui sarebbe nato in primavera e svezzato quando aveva circa due anni e mezzo.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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