spiega Dawid A. Iurino della Sapienza - svolge un importante ruolo nel controllo dell'equilibrio e più in generale nella locomozione. Studiando i dettagli di questa parte anatomica del bradipo gigante, abbiamo osservato molte differenze con gli attuali bradipi e altrettante somiglianze con i grandi mammiferi moderni". I risultati dello studio evidenziano infatti che l'agilità del bradipo gigante doveva essere più simile a quella di un ippopotamo o di un rinoceronte, entrambi del peso di diverse tonnellate, ma capaci di movimenti relativamente agili.
Grazie alla ricostruzione in 3D fatta con indagini tomografiche, i paleontologi hanno studiato anche la morfologia del cervello, con il percorso dei vasi sanguigni e dei nervi cranici. I dati, confrontati con quelli degli attuali bradipi amazzonici, hanno messo in evidenza la singolare dimensione di alcuni sviluppatissimi nervi che garantivano grande sensibilità e capacità di movimento alle labbra e alla lingua del bradipo del Pleistocene. Questo antico mammifero, prosegue Iurino, "possedeva labbra semi-prensili con cui selezionava e afferrava la vegetazione, visto che gli arti anteriori erano dotati di unghie talmente grandi da non permettere di afferrare il cibo, ma che probabilmente si prestavano meglio allo scavo". A suggerirlo è anche la recente scoperta di impronte ed enormi tunnel scavati nel terreno in Brasile.
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