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Ripresi i resti di un'esplosione stellare di 800 anni fa

Ripresi i resti di un'esplosione stellare di 800 anni fa

Illuminò il cielo per 185 notti consecutive

07 aprile 2024, 17:56

di Elisa Buson

ANSACheck

Un 'immagine della supernova SN 2023ixf ottenuta con il Telescopio Liverpool, situato alle Canarie (fonte: E. Zimmerman et al., Weizmann Institute of Science/Liverpool Telescope) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sembrano scintille di un fuoco d'artificio, i resti dell'esplosione stellare che nel 1181 d.C. illuminò il cielo per 185 notti consecutive, venendo descritta da astronomi cinesi e giapponesi come una stella temporanea, brillante quanto Saturno, nella costellazione di Cassiopea. A fare un nuovo e coloratissimo 'ritratto' di questo relitto stellare sono i telescopi di Nasa e Agenzia Spaziale Europea, che con le loro osservazioni hanno permesso di ricostruire il processo che portò a quella spettacolare supernova.

L'immagine composita mostra la nebulosa Pa 30, considerata il frutto dell'esplosione osservata oltre 800 anni fa. Si tratta di una nebulosa quasi circolare, con una stella centrale, nella costellazione di Cassiopea. Le osservazioni a raggi X del telescopio spaziale Xmm-Newton dell’Esa (in blu nell'immagine) mostrano l’intera estensione della nebulosa. I dati dell’osservatorio a raggi X Chandra della Nasa (in ciano) ne individuano la sorgente centrale. La nebulosa è appena visibile nella luce ottica, ma brilla nella luce infrarossa, raccolta dal Wide-field Infrared Space Explorer della Nasa (rosso e rosa). È interessante notare che i raggi nell'immagine sono costituiti da zolfo riscaldato, osservato con il telescopio Hiltner presso l'Osservatorio Mdm in Arizona, che brilla nella luce visibile così come le stelle sullo sfondo, riprese dal telescopio Pan-Starrs alle Hawaii.

Secondo gli astronomi, questo relitto stellare è stato generato da un'esplosione termonucleare, e più precisamente da un tipo di supernova chiamato evento subluminoso di tipo Iax. Durante questo evento si sono fuse due stelle nane bianche. In genere questo tipo di esplosione non lascia resti, ma se avviene in modo incompleto può produrre una stella 'zombie', come la massiccia nana bianca al centro del sistema. Questa stella, tra le più calde della Via Lattea (circa 200.000 gradi), produce un vento stellare che arriva alla velocità di 16.000 chilometri orari. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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