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Un altro canyon gigante sul Sole

Un altro canyon gigante sul Sole

Uno sciame di particelle verso la Terra

23 ottobre 2017, 16:23

Redazione ANSA

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Il canyon gigante sul Sole fotografato dall’osservatorio solare Sdo (fonte: Sdo/NASA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il canyon gigante sul Sole fotografato dall’osservatorio solare Sdo (fonte: Sdo/NASA) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il canyon gigante sul Sole fotografato dall’osservatorio solare Sdo (fonte: Sdo/NASA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dopo settimane di quiete, il Sole ricomincia a fare i 'capricci', e nella parte più esterna della sua atmosfera è comparso un nuovo, gigantesco, canyon, simile a quello che si era aperto in settembre. E' lungo più di 700.000 chilometri e guarda la Terra: ha scagliato uno sciame di particelle solari che viaggia alle velocità di 600 chilometri al secondo e potrebbe colpire il pianeta il 24 ottobre, scatenando tempeste magnetiche.
Sono possibili blackout radio nelle regioni polari, disturbi alle reti elettriche e ai segnali di navigazione Gps trasmessi dai satelliti.

Secondo le previsioni dell'Agenzia americana per l'Atmosfera e gli Oceani (Noaa), la probabilità che si generi una tempesta magnetica il 24 ottobre è del 45%, e sale all'80% per il 25 ottobre. ''Tutto dipende dall'evoluzione di questo flusso di particelle nelle prossime 48 ore'' ha spiegato il fisico solare Mauro Messerotti, dell'Osservatorio di Trieste dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), consigliere per il meteo spaziale della direzione scientifica dell'Inaf e dell'Università di Trieste. ''Per il 24 ottobre - ha proseguito - è prevista una tempesta minore, di classe G1, mentre per il 25 ottobre è prevista una tempesta moderata di classe G2, nella scala da uno a cinque, che misura l'intensità di questi fenomeni''. La seconda, ha aggiunto, potrebbe essere causata da una nuova raffica di vento solare.

Fotografato dall'osservatorio solare della Nasa Sdo (Solar Dynamics Observatory), il canyon è un po' più piccolo di quello che si era formato alla fine di settembre, che era lungo ben 1 milione di chilometri, e aveva scatenato ben due tempeste magnetiche , con conseguenze sulle comunicazioni radio e sulle reti elettriche.

Zone come queste si chiamano buchi coronali: sono regioni che appaiono più scure perché emettono meno radiazioni X e ultraviolette. In esse le linee del campo magnetico hanno una configurazione tale da accelerare il flusso di particelle emesse dalla nostra stella, cioè il vento solare.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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