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L’uragano Ophelia visto dai satelliti

L’uragano Ophelia visto dai satelliti

Fotografato da Sentinel 3A del programma europeo Copernicus

16 ottobre 2017, 11:40

Redazione ANSA

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Lo uragano Ophelia visto dal satellite Sentinel 3/o (fonte: Copernicus Sentinel/ESA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Lo uragano Ophelia visto dal satellite Sentinel 3/o (fonte: Copernicus Sentinel/ESA) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Lo uragano Ophelia visto dal satellite Sentinel 3/o (fonte: Copernicus Sentinel/ESA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' allerta nelle isole Azzorre e in Portogallo per il passaggio, atteso oggi, dell'uragano Ophelia che sta viaggiando nell'Atlantico, accompagnato da venti di 170 km/h, in direzione nord-est. Ma c'è ansia anche in Irlanda, dove il ciclone, con il suo carico di piogge e venti intensi, dovrebbe arrivare domenica prossima.

"Il rischio che Ophelia puntasse direttamente al Portogallo con venti stimati in 140-150 km/h - spiega Bernardo Gozzini, direttore del Consorzio Lamma-Cnr - sembra al momento scongiurato. Tuttavia l'uragano potrebbe colpire la parte nord-occidentale del Paese iberico. Tutto dipenderà da come si posizionerà l'occhio del ciclone rispetto alla costa portoghese". Classificato di categoria 2 (in una scala di crescente intensità da 1 a 5), Ophelia, precisa Gozzini, "potrebbe quindi toccare marginalmente Portogallo e Spagna, in particolare la Galizia". Gli uragani, infatti, si formano dove le temperature del mare sono alte (superiori ai 27 gradi e tipiche quindi dei mari tropicali): avvicinandosi al Portogallo, dove l'acqua del mare non è così calda, Ophelia si potrebbe indebolire, "portando piogge e venti meno intensi". Anche in Irlanda l'impatto di Ophelia, previsto per domenica prossima, potrebbe essere minore del previsto, secondo le previsioni degli esperti. "Ci aspettiamo venti - aggiunge il ricercatore del Cnr - intorno ai 100 km/h perchè l'uragano attraverserà dei tratti di mare freddo che ne smorzeranno l'intensità". Gli uragani hanno sempre toccato solo marginalmente l'Europa. "Nel passato - continua Gozzini - ricordiamo Vince, che nel 2005 toccò il sud del Portogallo e il sudovest della Spagna". A impedire la formazione degli uragani nel Vecchio Continente, spiega il ricercatore del Cnr, "è il fatto che, al contrario dell'Atlantico, mancano vaste zone - che nell'Atlantico alimentano gli uragani - dove la temperatura del mare è superiore ai 27 gradi. Normalmente la direzione degli uragani, inoltre - sottolinea - è verso i Caraibi a causa del movimento di rotazione terrestre. Questo provoca la formazione degli Alisei che a loro volta spostano l'uragano verso l'America". Nel Mediterraneo, quindi, la formazione degli uragani è impossibile, mentre a seconda della temperatura del mare possono formarsi cicloni più o meno intensi. "Da considerare anche il fatto - rileva il direttore del Consorzio Lamma-Cnr - che gli uragani, non appena arrivano a terra, non ricevono più 'benzina', costituita dall'evaporazione dell'acqua del mare. L'uragano, quindi, si indebolisce fino a diventare una piccola perturbazione". Ophelia si verifica in un anno "da record", o quasi, per gli uragani. Il 2017 è stato infatti uno dei 5 degli ultimi 100 anni in cui si sono registrati due uragani di categoria 5, la massima. Quest'anno lo sono stati Irma e Harvey. Il 2005 - l'anno di Katrina - ha fatto registrare addirittura 4 uragani di categoria 5.

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