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Scoperto il cugino piccolo del T-rex

Scoperto il cugino piccolo del T-rex

Era alto meno di un metro, vissuto 92 milioni di anni fa

20 maggio 2019, 10:38

Redazione ANSA

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Rappresentazione artistica del cugino del T-rex, Suskityrannus hazelae (fonte: Virginia Tech, Andrey Atuchin) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione artistica del cugino del T-rex, Suskityrannus hazelae (fonte: Virginia Tech, Andrey Atuchin) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Rappresentazione artistica del cugino del T-rex, Suskityrannus hazelae (fonte: Virginia Tech, Andrey Atuchin) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Era alto poco meno di un metro, lungo meno di tre e pesava meno di 40 chilogrammi. È il cugino piccolo del T-rex. Vissuto 92 milioni di anni fa, nel Cretaceo, è stato chiamato Suskityrannus hazelae, dal nome di una tribù di Nativi americani e del paleontologo americano Hazel Wolfe. Le sue caratteristiche sono illustrate in uno studio pubblicato sulla rivista Nature Ecology & Evolution dal gruppo di paleontologi del Politecnico della Virginia (Virginia Tech) coordinato da Sterling Nesbitt.


I resti fossili dello scheletro del cugino del T-rex (fonte: Virginia Tech)

I resti fossili del cugino piccolo del T-rex sono stati rinvenuti nel 1998 nello Stato americano del New Mexico. “Ci sono voluti molti anni per identificarli, credevamo all’inizio che appartenessero a un dinosauro come il velociraptor”, ha spiegato Nesbitt, che ha scoperto i resti fossili del piccolo dinosauro a 16 anni, quando era ancora studente e partecipava alla campagna di scavi con la propria scuola. “L’interno animale era poco più grande del solo cranio di un T-rex”, ha aggiunto. Un T-rex adulto, infatti, poteva pesare anche 9 tonnellate.


Ricostruzione dello scheletro del cugino del T-rex, Suskityrannus hazelae (fonte: Virginia Tech)



L’analisi dei fossili mostra che al momento della morte l’animale doveva avere almeno tre anni di vita. Le sue abitudini alimentari non dovevano essere molto diverse dal T-rex, anche se, per via delle dimensioni molto più ridotte, doveva cacciare prede più piccole. “Lo studio di questo piccolo dinosauro - conclude Nesbitt - ci aiuterà a capire meglio l’evoluzione dei tirannosauri e come siano diventati i dominatori del Pianeta”.

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