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Tutelare la natura è la chiave per prevenire nuove pandemie

Tutelare la natura è la chiave per prevenire nuove pandemie

Le indicazioni arrivano da un gruppo internazionale di 25 ricercatori

27 marzo 2024, 08:08

di Benedetta Bianco

ANSACheck

Volpe volante rossa (Pteropus scapulatus) nel Territorio Settentrionale dell 'Australia (fonte: Raina Plowright) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La chiave per prevenire le prossime pandemie sta nella tutela degli ambienti naturali e nella protezione della biodiversità: lo afferma il gruppo internazionale di 25 ricercatori guidato dall’Università americana Cornell, che ha indicato le contromisure da prendere nell'articolo pubblicato sulla rivista Nature Communications.

Le pandemie, infatti, iniziano quando animali portatori di malattie, come i pipistrelli, si avvicinano a persone, bestiame o altri animali e trasmettono nuovi virus: questo è stato il caso anche di Sars-CoV-2. Preservare gli ambienti in cui vivono questi animali, dunque, permette di mettere una distanza maggiore tra l’uomo e i rischi per la sua salute.

“Il mondo è concentrato su come rilevare e contenere un nuovo agente patogeno una volta che già circola negli esseri umani”, commenta Raina Plowright, che ha guidato lo studio, “invece che su come possiamo impedire a quell’agente patogeno di entrare in contatto con la popolazione umana”.

La strategia di prevenzione dei ricercatori si basa su due studi pubblicati nel 2022, che documentano come i pipistrelli, quando perdono i loro habitat naturali e le fonti di cibo, dividono le loro grandi popolazioni in gruppi più piccoli che si sparpagliano verso le aree agricole e urbane. Inoltre, quando sono sottoposti a stress, questi animali producono urina che contiene molti più virus. Gli autori dello studio hanno perciò identificato degli interventi che possono interrompere il collegamento tra cambiamenti ambientali e diffusione di patogeni.

La prima cosa da fare è tutelare i luoghi dove gli animali trovano le loro fonti di cibo, così come quelli che utilizzano per rifugiarsi e aggregarsi. Fondamentale è anche la protezione di quelle zone che fungono da cuscinetto tra comunità umane e fauna selvatica. “Ci sono miliardi di microbi in natura – afferma Plowright – ma raramente ci ammaliamo, perché ci sono molte, molte barriere tra noi e i nuovi agenti patogeni”.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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