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Cervello, primo "trapianto" di connessioni

Cervello, primo "trapianto" di connessioni

Nelle lumache di mare, chiarisce i legami tra le reti di neuroni e il comportamento

06 giugno 2017, 09:27

Redazione ANSA

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La lumaca di mare Dendronotus iris, nella quale è stato eseguito il primo trapianto di connessioni cerebrali (fonte: Ralph e Dale Marie Gonzales) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La lumaca di mare Dendronotus iris, nella quale è stato eseguito il primo trapianto di connessioni cerebrali (fonte: Ralph e Dale Marie Gonzales) - RIPRODUZIONE RISERVATA
La lumaca di mare Dendronotus iris, nella quale è stato eseguito il primo trapianto di connessioni cerebrali (fonte: Ralph e Dale Marie Gonzales) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo "trapianto" di connessioni nel cervello di una lumaca di mare, per farle diventare uguali a quelle di un'altra specie: lo scopo è verificare il legame tra i circuiti cerebrali e il comportamento. Ricercatori della Georgia State University, infatti, hanno scoperto che le due specie esaminate hanno connessioni neurali molto diverse, nonostante abbiamo gli stessi neuroni e lo stesso modo di nuotare. I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Current Biology, sono importanti per due motivi: mostrano che l'evoluzione può conservare lo stesso comportamento anche se cambia la struttura cerebrale, e che gli stessi neuroni, in specie diverse, possono avere funzioni diverse.

I ricercatori, guidati da Akira Sakurai e Paul Katz, hanno studiato il cervello di due specie di lumache di mare, Dendronotus iris e Melibe leonina, che hanno grandi neuroni e circuiti semplici. Hanno bloccato le connessioni tra neuroni della prima specie usando il curaro, un veleno paralizzante usato da indigeni del Sud America sulla punta delle loro frecce, che ha impedito al cervello di produrre lo schema di impulsi che normalmente fa nuotare l'animale.

Poi i ricercatori hanno inserito degli elettrodi nei neuroni per creare delle connessioni artificiali uguali a quelle dell'altra specie di lumaca di mare. Il cervello ha funzionato normalmente, producendo gli impulsi ritmati che consentono il nuoto, dimostrando che queste due specie hanno lo stesso modo di nuotare anche se usano meccanismi cerebrali molto diversi. Lo studio indica anche che bisogna fare attenzione a non dare per scontato che due specie con stessi neuroni e uguale comportamento condividano anche lo stesso tipo di connessioni cerebrali.

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