L'influenza picchia ancora duro. Nella settimana tra Natale e Capodanno, secondo il nuovo bollettino della sorveglianza RespiVirNet dell'Istituto Superiore di Sanità, sono stati poco più di 1 milione gli italiani messi a letto da sindromi simil-influenzali.
Il numero reale potrebbe però essere più alto a causa dei ritardi di notifica causati dalle festività di fine anno.
"Al momento è difficile prevedere quando ci sarà il picco. È tuttavia probabile che nelle prossime settimane ci sarà ancora una circolazione sostenuta dei virus respiratori, specie con la riapertura delle scuole", afferma all'ANSA Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità.
E ci si avvia verso i 7 milioni di casi. Dal novembre scorso infatti, da quando cioè è partita la sorveglianza, sono 6,7 milioni i casi di influenza in Italia. La passata stagione aveva chiuso il 2023 con un dato piuttosto elevato che ha toccato i 14 milioni di casi.
Per quanto riguarda invece gli ultimi dati di questi giorni, la scorsa settimana i bambini piccoli sono stati i più colpiti: se l'incidenza media nella popolazione è stata di 17,5 casi per mille abitanti, al di sotto dei cinque anni, hanno contratto i virus respiratori 48,7 bimbi ogni mille.
Il rapporto Iss mostra inoltre che tra i virus responsabili delle infezioni, aumenta l'impatto di quelli influenzali. Tra campioni analizzati dai laboratori RespiVirNet, il 37,5% è risultato positivo per l'influenza. Quanto alla gravità, al momento, per l'esperta dell'Iss non sembrano emergere segnali di maggiore aggressività del virus influenzale circolante quest'anno.
Intanto, sembra rallentare il Covid. Secondo l'ultimo monitoraggio del ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanità, nell'ultima settimana l'indice di trasmissibilità è stabile e sotto soglia epidemica a 0,75. In calo i contagi segnalati (38.736) e i ricoveri, sia nei reparti sia in terapia intensiva. In particolare, l'occupazione dei posti letto in area medica è al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all'11% rilevato al 27 dicembre, mentre l'occupazione dei posti letto in terapia intensiva è al 2,8% (246 ricoverati) rispetto al 3,2% della settimana precedente.
"L'andamento epidemiologico, pur risentendo di un inevitabile ritardo del conferimento dei dati da parte delle Regioni a causa del periodo festivo, si consolida come assolutamente poco impattante sui ricoveri ospedalieri, indicatore certamente oggi più affidabile e significativo, oltre che in un decremento degli indici di contagio e trasmissibilità", ha affermato il direttore generale della Prevenzione Sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia.
Sono invece in aumento i decessi (371). Il numero, però, "include anche i dati delle settimane precedenti che non erano stati notificati da parte di alcune Regioni", spiega Vaia che invita "a mantenere i presidi di prevenzione e terapeutici per i più fragili" e rileva che "come prevedibile ed in linea con gli altri Paesi, cresce ancora l'influenza che si somma alla trasmissione di altri virus respiratori".
Intanto, arrivano buone notizie sui vaccini anti-Covid. Uno studio pubblicato su Eurosurveillance, la rivista European Centre for Disease Prevention and Control, ha confermato un buon livello di protezione del vaccino aggiornato a XBB.1.5, che ha mostrato un'efficacia del 70,7% contro il ricovero e del 73,3% dalle cure in terapia intensiva nei primi due mesi della campagna vaccinale in Olanda.
In Spagna, invece, la ministra della Salute Monica Garcia ha invitato "ad avere sempre a portata di mano la mascherina" da indossare negli ambienti affollati, visto il "notevole aumento" di virus respiratori.
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