Nuovi marker diagnostici e/o
bersagli terapeutici contro l'invecchiamento ovarico potranno
emergere dalla comprensione dei meccanismi di regolazione dei
mitocondri da parte degli ormoni ipofisari e tiroidei. Diverse
evidenze in tal senso emergono dalle recenti ricerche
bibliografiche, eseguite dal laboratorio "Geni e Ambiente" del
centro di ricerca irpino Biogem, diretto dalla professoressa
Concetta Ambrosino, con la partecipazione della post-doc Danila
Cuomo, della Texas A&M University, e confluite in una review,
dal titolo "Ovarian aging: role of pituitary-ovarian axis
hormones and ncRNAs in regulating ovarian mitochondrial
activity". Lo studio, a prima firma Marco Colella, è stato
pubblicato sulla rivista 'Frontiers in Endocrinology', e,
partendo dall'acclarato ruolo dello squilibrio dei livelli
circolanti degli ormoni attivi lungo l'asse ormonale
ipofisi-ovaio (gonadotropine, estrogeni, AMH e altri peptidi
ovarici) nell'invecchiamento fisiologico o prematuro dell'ovaio,
suggerisce un nuovo meccanismo d'azione, che vede il mitocondrio
come componente cellulare centrale. In particolare, la ricerca
punta sulla dissonanza tra mitocondri ed ormoni ipofisari, che -
afferma Marco Colella - ''si è visto essere regolata dal ruolo
emergente di mitomiRs (miRNAs attivi a livello mitocondriale)''.
Dall'analisi critica degli articoli presi in esame, sottolinea
infine lo stesso Colella, emerge dunque che ''la piena
comprensione dei meccanismi che regolano la funzione e la
dinamica mitocondriale attraverso le vie di segnalazione che
rispondono agli ormoni attivi lungo l'asse ipofisi-ovaio è
essenziale per proporli come potenziali marker diagnostici e/o
bersagli terapeutici contro le malattie dell'invecchiamento
ovarico''.
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