Sui social media ci sono molte più
news che contengono elementi pericolosi per le persone che sono
a rischio suicidio rispetto a quelli con indicazioni
'protettive', come quelle su dove cercare aiuto. Lo afferma uno
studio di due ricercatori di Facebook e di uno del Cdc
statunitense pubblicato dalla rivista Pnas. I ricercatori
hanno analizzato 664 news sui suicidi comparse su Facebook tra
ottobre e novembre 2018. La maggioranza degli articoli includeva
elementi che le linee guida ritengono pericolosi per chi è a
rischio, come il nome della persona morta (60%), la parola
'suicidio' molto evidente nel titolo (59%), e dettagli sul luogo
(55%) e sulla modalità (50%). Al contrario solo il 40% delle
news analizzate conteneva elementi positivi, come l'indicazione
dei numeri da chiamare per ricevere aiuto. Pur essendo in
minoranza questi ultimi post erano quelli con la maggiore
probabilità di essere condivisi, del 19% più alta rispetto agli
altri. "Uno dei fattori di rischio modificabili per il suicidio
è l'esposizione a contenuti mediatici sensazionalistici
sull'argomento. Le istituzioni sanitarie hanno pubblicato delle
linee guida su come si riportano i suicidi; tuttavia il loro
recepimento rimane limitato".
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