Gli spray frequentemente utilizzati da chi soffre di asma rilasciano gas a effetto serra legati al riscaldamento globale. Se chi soffre della malattia li sostituisse con una versione 'green' avrebbe un impatto ecologico simile a quello di tagliare il consumo di carne. E' quanto evidenziato da uno studio pubblicato su BMJ Open.
Nel 2017 sono stati prescritti, solo nel Regno Unito, circa 50 milioni di inalatori anti-asma: 7 su 10 erano inalatori a dosaggio misurato, tipologia che contiene gas idrofluoroalcano, utilizzato come propellente per espellere il medicinale dall'inalatore. Il team di ricercatori dell'Università di Cambridge ha esaminato l'impatto ambientale, dimostrando che questi spray rappresentano il 4% delle emissioni di gas serra prodotte in ambito sanitario nel Regno Unito. Laddove possibile, e sempre dopo un confronto con un medico, la sostituzione anche di uno su 10 di questi inalatori con un tipo più ecologico (come quelli a base di polvere secca) ridurrebbe le emissioni equivalenti di biossido di carbonio di 58 kilotonnellate. A livello individuale, "potrebbe comportare una riduzione di carbonio simile a quella che si ottiene diventando vegetariani", spiega il ricercatore capo, Alex Wilkinson.
Per i pazienti che non possono cambiare i loro farmaci, ci sono comunque modi per essere "più green". E' importante accertarsi che ogni spruzzo sia effettuato in modo corretto per essere efficace; inoltre, i pazienti dovrebbero sapere quante dosi contiene l'inalatore in modo da non lasciarne di inutilizzate. Infine, una volta terminato, è importante smaltire lo spray correttamente, in contenitori appositi.
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