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Usa: operata in India, muore per super batterio

Usa: operata in India, muore per super batterio

Resistente a tutti gli antibiotici

16 gennaio 2017, 15:57

Redazione ANSA

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NEW DELHI - Una donna americana del Nevada di una settantina d'anni che due anni fa fu operata in India per la frattura di un osso della coscia, acquisendo poi una ostinata infezione, e' morta tempo fa negli Stati Uniti a causa di un superbatterio resistente a tutti gli antibiotici disponibili. Lo scrive il quotidiano The Thimes of India.

Dopo aver tentato una cura in India, la donna e' rientrata negli Stati Uniti nell'agosto 2016 per essere ricoverata in un ospedale di alta complessita' del Nevada dove pero' e' deceduta nonostante il tentativo di salvarla attraverso l'uso di 26 diversi antibiotici. Fra di essi uno di ultima generazione, a base di carbepenem, e perfino il Colistin, che ha una componente tossica ma che viene usato come ultima risorsa per salvare la vita dei pazienti con infezioni ostinate.

Studi realizzati nel laboratorio CDC di Atlanta hanno confermato la presenza nel sangue della paziente deceduta di un enzima del New Delhi Metalo-Beta-Lactamase (NDM) un super-batterio resistente agli antibiotici isolato per la prima volta nel 2008 in un paziente svedese di origine indiana. 

''E' preoccupante - ha spiegato Alexander Kallen dei Cdc -. Ci siamo affidati per molto tempo solo agli antibiotici sempre più nuovi, ma i batteri riescono a sviluppare resistenza più velocemente di quello che possiamo fare noi con i farmaci''.

Durante il suo viaggio in India, la donna si era rotta il femore destro, che insieme all'anca si era poi infettato con un batterio che si trova nell'intestino e ha sviluppato resistenza anche agli antibiotici usati come ultima risorsa. Uno specifico enzima, il New Delhi metallo-beta-lactamase (Ndm), che lo rende resistente a molti antibiotici, è stato rilevato nelle ferite della donna, che è stata poi messa in isolamento.

''E' molto raro isolare un batterio resistente a tutti i farmaci - rilevano i Cdc - Tra i 250 batteri a noi inviati, circa l'80% rispondeva ad almeno uno degli antibiotici del gruppo aminoglycoside e il 90% alla tigecycline''. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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