La parodontite, malattia infettiva
batterica che colpisce i tessuti di supporto dei denti e può
causarne la caduta, colpisce circa il 35-40 per cento della
popolazione adulta, ovvero 6 milioni di persone che spesso,
però, non ne sono consapevoli. Ma quattro sono i campanelli di
allarme da non sottovalutare: il sanguinamento delle gengive,
che non è mai da considerarsi fisiologico; la recessione
gengivale, ovvero il ritirarsi delle gengive; l'alitosi, che nel
90-95% dei casi di alitosi è riconducibile a problematiche di
salute orale; ascessi o mobilità dei denti che possono essere
segnale di uno stadio già avanzato della malattia.
La parodontite, se diagnosticata in tempo, può essere
curata con terapie non chirurgiche, che consentono di
interrompere un processo infiammatorio fin dagli stadi iniziali,
prima che questo porti ad una compromissione dei denti e
conseguenze su tutto l'organismo. Tuttavia, "ai primi stadi è
asintomatica e questo rischia di comportare un ritardo nella
diagnosi e nella cura. Per questo, assume particolare importanza
la seduta d'igiene dentale professionale, occasione fondamentale
per identificare il problema anche in assenza di segnali
evidenti", spiega Francesco Cairo, professore e responsabile
dell'Unità di Ricerca Clinica in Parodontologia e Medicina
Parodontale dell'Università di Firenze, presidente eletto della
Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP).
Una corretta igiene orale quotidiana, eseguita almeno tre
volte al giorno con spazzolino, filo interdentale e scovolino e
l'utilizzo di collutorio scelto in base alle proprie specifiche
esigenze, rappresenta solo il primo step per il mantenimento del
microbiota orale, ovvero la popolazione di microorganismi
(batteri, funghi, protozoi e virus) che contribuiscono al
funzionamento del sistema immunitario. Per la cura del
microbiota orale, sono disponibili collutori a uso quotidiano
innovativi, adatti a utilizzo prolungato che, grazie alla loro
composizione, agiscono tenendo sotto controllo il biofilm su
denti, gengive, impianti e protesi.
"La parodontite concorre a molti meccanismi infiammatori che
sono alla base di diverse patologie come diabete, malattie
cardiovascolari e gastrointestinali", spiega Cairo. "La
relazione tra queste malattie sembra essere bidirezionale,
ovvero se da un è lato è dimostrato che l'infiammazione
parodontale concorra ad altri meccanismi di infiammazione
generale, dall'altro i trattamenti di queste ultime portano ad
un miglioramento del profilo sistemico del paziente diabetico".
I principali fattori di rischio, così come per le più comuni
malattie sistemiche, sono riconducibili a degli stili di vita
scorretti come fumo, una dieta poco salutare, in particolare ad
alto contenuto di zuccheri, scarsa attività fisica, consumo di
alcool ed elevato stress. Queste causano una riduzione della
capacità del sistema immunitario di interagire con batteri che
normalmente sono presenti all'interno del nostro corpo,
favorendo stati di infiammazione potenzialmente pericolosi. "In
generale, tutto ciò che previene le malattie sistemiche più
comuni aiuta anche a mantenere in salute la nostra bocca, ciò
che fa bene al nostro organismo è ciò che fa bene ai nostri
denti e gengive", conclude Cairo.
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