/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Anticorpi primitivi per diagnosi e cura delle infezioni

Anticorpi primitivi per diagnosi e cura delle infezioni

Review Humanitas su cellule immunità innata pubblicata sul Nejom

ROMA, 10 febbraio 2023, 13:06

Redazione ANSA

ANSACheck

© ANSA/EPA

© ANSA/EPA
© ANSA/EPA

Sono uno strumento di diagnosi ormai consolidato, ma il loro livello nel sangue ha anche grande valore di prognosi per molte malattie, infiammatorie o autoimmuni. Si tratta delle molecole dell'immunità innata, al centro di una review curata da Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e da Cecilia Garlanda, responsabile del laboratorio di Immunopatologia Sperimentale di Humanitas. Lo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine (Nejom), fa il punto sulle conoscenze su questa classe di molecole e sulle potenzialità che offrono.
    Le prime molecole dell'immunità innata furono isolate quasi un secolo fa e oggi sono usate in clinica come indicatori diagnostici e prognostici di infiammazione: il loro livello nel sangue, ad esempio, permette di misurare lo stato infiammatorio e di prevedere l'evoluzione della malattia. Grazie alla ricerca condotta negli ultimi decenni, e in particolare ad alcuni studi svolti proprio dai ricercatori dell'IRCCS Istituto Clinico Humanitas, oggi sappiamo che queste molecole, una volta attivate dall'incontro con un patogeno, svolgono un ruolo di primo piano: combattono l'infezione, riconoscendo l'intruso, segnalandolo e ostacolandone l'azione come degli "anticorpi primitivi", e coordinano la rigenerazione dei tessuti".
    "Abbiamo ritenuto importante mettere a fattor comune tutte le conoscenze sulle molecole della nostra prima linea di difesa a beneficio dei medici e delle future generazioni di clinici, che si trovano ad utilizzarle per diagnosi e terapie, a volte senza aver piena percezione del loro potenziale - spiega Mantovani -.
    Le molecole dell'immunità innata sono infatti protagoniste di alcuni importanti azioni di difesa quando l'organismo è sotto attacco infiammatorio, come nella sepsi o in caso di grandi traumi, ma anche di malattie neurodegenerative o autoimmuni".
    "I dati delle ricerche di questi anni - sottolinea Garlanda - ci dicono che queste molecole possono fare molto di più come target terapeutici ancora in larga parte poco esplorati".
   
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza