Più di 50 articoli scientifici sono
stati pubblicati sul nuovo coronavirus cinese negli ultimi 20
giorni, una vera e propria "raffica di attività di ricerca" che
vede impegnati scienziati di tutto il mondo. A sottolinearlo è
Nature in un articolo online. Il virus, noto come 2019-nCoV,
provoca una grave malattia respiratoria e l'epidemia crescente e
rappresenta un agente infettivo nuovo per la scienza. Per
misurare questa attività di ricerca, gli esperti di Nature hanno
ricercato gli studi sul virus usando i termini "coronavirus" o
"ncov" sugli archivi online di articoli in versione prestampa
(come bioRxiv, medRxiv e ChemRxiv), su Google Scholar, sul forum
di discussione virological.org, sul tracker dell'attività
accademica Altmetric e sui siti web di istituzioni che avevano
pubblicato rapporti di ricerca preliminare sull'argomento. Al 30
gennaio, sono stati pubblicati almeno 54 articoli in lingua
inglese sul coronavirus, più della metà negli ultimi 7 giorni,
senza contare quelli su riviste in lingua cinese.
Più di 30 sono prestampe, ovvero è una versione di un
documento scientifico che precede la revisione formale e la
pubblicazione. Alcuni sono apparsi su riviste peer-reviewed, tra
cui The Lancet e Journal of Medical Virology. Molti articoli
contengono stime della rapidità con cui il virus si diffonde o
della durata del suo periodo di incubazione. Altri studi si
concentrano sulla struttura del virus o sulla composizione
genetica, "informazioni che potrebbero essere utilizzate per
identificare gli obiettivi dei farmaci o sviluppare un vaccino".
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