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Nata la prima bambina grazie all'utero di una donatrice deceduta

Nata la prima bambina grazie all'utero di una donatrice deceduta

In Brasile. Finora solo con trapianti da donatrici viventi

ROMA, 05 dicembre 2018, 18:33

Redazione ANSA

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La donna, di 32 anni, aveva ricevuto il trapianto nel 2016 - RIPRODUZIONE RISERVATA

La donna, di 32 anni, aveva ricevuto il trapianto nel 2016 - RIPRODUZIONE RISERVATA
La donna, di 32 anni, aveva ricevuto il trapianto nel 2016 - RIPRODUZIONE RISERVATA

 E' sana e sta bene la prima bambina nata da una madre a cui era stato trapiantato l'utero di una donatrice morta. La donna, di 32 anni, aveva ricevuto il trapianto nel 2016, a San Paolo in Brasile, e poi dopo un trattamento di fertilità, ha dato alla luce la bimba nel dicembre 2017. A riportarlo è la Bbc.
    Nel mondo ci sono già stati 39 trapianti di utero da donatrice vivente, tra cui diverse madri che lo hanno donato alle proprie figlie, e hanno portato alla nascita di 11 bambini.
    Questo è invece il primo caso riuscito di nascita dopo trapianto da donatrice morta: i 10 fatti precedentemente erano infatti falliti o avevano portato ad un aborto spontaneo. Nel caso della donna brasiliana, affetta dalla sindrome di Mayer-Rokitansky-Küster-Hauser (che porta alla mancata formazione di vagina e utero), la donatrice di utero, quarantenne, era morta dopo un'emorragia cerebrale. I medici brasiliani hanno somministrato alla paziente dei farmaci che hanno indebolito il sistema immunitario, per evitare che il suo corpo rigettasse l'utero trapiantato. A 6 settimane dall'intervento ha iniziato ad avere il ciclo mestruale e sette mesi dopo i suoi ovociti, precedentemente fecondati, le sono stati impiantati. Dopo una gravidanza normale, la bambina è nata con taglio cesareo e un peso di 2,5 chili. "Il primo trapianto di utero da donatrice vivente è stata una pietra miliare della medicina - ha commentato Dani Ejzenberg, dell'Ospedale das Clinicas di San Paulo - ma presenta delle limitazioni, perchè le donatrici viventi sono poche, e di solito si trovano tra familiari o amici stretti". Così invece si amplia la platea di potenziali donatrici.
   

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